Milano
… ed eccomi ancora qui,
in questo freddo inverno da dimenticare,
come quando, giovane di ingenue illusioni,
camminavo coi miei sogni nel vento,
lungo i tuoi grigi marciapiedi, i tuoi polverosi muri,
pensando: “Tutto da rifare!�?
Quando testardamente lottavo contro e per tutto,
per non rimanere cieco di fronte alla vita,
per non essere sordo al suo richiamo…
Come potevo abbandonare quel tenero,
Fesso (in fondo) eroe da fumetto
in perenne lotta contro il necessariamente Reale…
Ora tutto è diverso.
Sento l’Eco dei miei Passi dietro di me…
Sento il mio Cuore battere, ma non sono vivo.
Ora che ogni mio gesto non mi appartiene,
che in ogni momento devo mascherarmi,
divento parte del Gioco…
… e lui parte di me…
Milano balorda Signora
Cantata la Sera seduti nei Parchi
Sentendoci veri, vivi, Poeti Guerrieri e Sognatori,
Uomini con un Futuro, una Missione,
con qualcosa da dire,
con una Battaglia da vincere…
Pittori, Scrittori e Musicisti
uniti dalla grigia Realtà cittadina
e dallo spietato bisogno di sentirsi diversi…
… e ora che quegli anni sono passati
e Milano assiste alle artistiche mostre di Chicco,
di quel Chicco che io ricordo, soltanto il ricordo è rimasto…
Andrea se n’è andato lontano per morire sulle rive di un Parco
Con nel sangue mezzo grammo di Sogni…
… e Crosta di Muri…
Gesù è scomparso in Zimbawe nel sogno di creare un paese libero,
un Eden in Terra dove vivere in Pace
ma ora dorme con la Pistola sotto il cuscino
per difendere la sua Donna Africana e il suo quasi Africano Bambino…
Oh, Milano!
Non era questo ciò che chiedevo,
no, non era questo ciò che volevo, quando in te mi adagiavo
fra le amorevoli cosce dei tuoi Parchi, in estati che quasi mi scordo,
quando dall’ India tornavano amici narrando Leggende di droghe e di Dei,
quando violenti ci scagliavamo contro l’ipocrisia della gente,
quando tutto era sfida, lotta e desiderio di Dio…
Milano, guardami!
Mentre cammino nelle tue Notti di Ghiaccio,
con un Fucile in spalla e le Lacrime agli occhi,
a lottare contro l’istinto bestiale
di porre fine a tutti quei manichini in uniforme
cui solo la Morte donerebbe un po’ di Umanità .
Milano!
Che ne è dei miei Sogni di bimbo?
Dov’è il mio posto,
se non lungo gli Eterni muri
della tua Gabbia di Cemento e Pianto?
Dove, se non in mezzo alla tua Gente
che innumerevoli volte nasce e che poi muore
senza lasciare dietro di sé che un breve, sommesso sospiro,
poche frasi in Calce Bianca sui Marciapiedi…
… e i Poeti della Metropolitana scriveranno coi Pennarelli sui Muri,
raccontando di insani Deliri, e milioni di volte ancora
il Sole tramonterà dietro ai fili del Tram, ma Milano
dolce-violenta Madre Padana non cambierà ,
il suo Mantello di Nebbia senza tempo
difenderà il nostro inutile esser Uomini.