Acini esecrabondi, carichi di fiele,sgorgate placidi,poi impetuosi,
nella gola e nell'anima portando tormento e pena.
Schiacciati da denti avidi di dolore,esplodete spargendo nettare dolce e velenoso,
lasciando in bocca rabbia e terrore.
Grappolo infausto che partorisci acini immondi,potenti e
imperturbabili,
calma la tua sete, placa l'odio.
Restituiscimi pace, o almeno la dignita',
nient'altro chiedo,
che il sonno prenda presto il sopravvento cancellando ogni ricordo di battaglia e mi ristori alfine.
Quale peccato mai commisi,quale errore o scempio in altra vita,
tale da meritare il gusto così acre del dolore?
Dio puniscimi con la morte o perdonami.
Posa la tua mano benevola sulla testa mia maledetta ed orba,
colma di risoluto male e salvami.
Ecco adesso la fine o la salvezza, ma
sgonfia l'ira e la tempesta e' quieta,
rimbomba ancora qualche fragore lontano e cosi,
finalmente scivolo nel sonno e torno
ad esser ombra con sembianze d'uomo.
Letizia