Scusami, sei celiaca?
Io lo sono ( e sono fortemente emicranica), e anche papà (grappolato) ha il dna positivo per la celiachia, che è una malattia autoimmune (enteropatia sistemica a base infiammatoria) che si può manifestare con vari sintomi. A me, una diagnosi così tardiva (a 37 anni e solo a seguito della diagnosi di mia figlia - ipotizzata da me, non dall'allergologo che l'ha vista 19 volte e nemmeno dalla decina di pediatri che l'hanno visitata

)), ha fatto sì che si associassero altre patologie autoimmuni (le patologie autoimmuni raramente vengono da sole).
Purtroppo la maggioranza dei medici non è aggiornato sulle recenti scoperte in merito alla celiachia, infatti 9 su 10 dei celiaci non sono diagnosticati
Vi posto qualcosa, se volete chiamatemi (339/5293138)
La celiachia, che può colpire qualsiasi fascia d’età, è considerata tipica dell’età pediatrica e spesso nell’età adulta non viene presa in considerazione neppure negli ambienti specialistici. L’intolleranza può comparire più o meno acutamente in un periodo qualsiasi della vita, spesso dopo un evento stressante quale una gravidanza o un intervento chirurgico o una infezione intestinale. Le manifestazioni cliniche sono assai varie: alcuni soggetti presentano un quadro classico di malassorbimento con diarrea, perdita di peso e carenze nutritive multiple, altri, invece, riferiscono uno o più sintomi cronici spesso estranei all’apparato digerente. Sono comuni disturbi quali crampi, debolezza muscolare, formicolii, emorragie, gonfiore alle caviglie, dolori ossei, facilità alle fratture, alterazioni cutanee, afte, disturbi psichici; molto frequente è l’anemia da carenza di ferro. Infine esistono soggetti che non lamentano sintomi o nei quali i disturbi sono talmente modesti da non richiedere l’intervento del medico; vengono diagnosticati solo perché nell’ambito familiare c’è un altro membro affetto da celiachia. Non raramente alla celiachia sono associate malattie quali il diabete, l’artrite reumatoide, l’epatite cronica attiva, alterazioni della tiroide, la dermatite erpetiforme.
Le manifestazioni cliniche tipicamente proteiformi rendono la diagnosi assai difficoltosa e spesso definita dopo anni di malattia. Il coinvolgimento del sistema nervoso rappresenta una tappa pressoché obbligata nel percorso della malattia. Sono state descritte manifestazioni cliniche e segni neurologici coinvolgenti sia il sistema nervoso periferico che centrale con una temporalità spesso indipendente dalla durata di malattia e dal suo grado di coinvolgimento di altri apparati. Lo spettro delle manifestazioni neurologiche include: epilessia, leucoencefalite multifocale progressiva, atassia cerebellare, dissinergia cerebellare mioclonica, mielopatie, polineuropatie, mononeuropatie multiple, miopatie e disautonomia.
Manifestazioni extraintestinali possono coinvolgere anche il sistema nervoso. Uno studio italiano ha proposto negli anni scorsi una associazione tra celiachia ed epilessia in pazienti con calcificazioni occipitali bilaterali (

; in tali pazienti la dieta senza glutine modifica positivamente il decorso della epilessia, ma solo se iniziata precocemente dopo il suo esordio. Inoltre si ritiene oggi che l'intolleranza al glutine sia comune in pazienti con malattie neurologiche idiopatiche. Un esempio è la atassia glutine-dipendente (9), una condizione recentemente descritta, che sembra coinvolgere il 60% delle atassie non classificate, caratterizzata da un titolo elevato di anticorpi antigliadina; in oltre il 40% dei casi è presente celiachia; in alcuni casi si tratta di celiachia potenziale (evidenziandosi solo un aumento dei linfociti intraepiteliali). Nei pazienti con atassia glutine-dipendente è stata dimostrata una infiltrazione T cellulare di cervelletto, colonne posteriori e nervi periferici e nel 40 % dei pazienti la presenza di anticorpi rivolti contro le cellule di Purkinje. Infine, il titolo anticorpale si riduce a dieta senza glutine e, in alcuni casi, i sintomi neurologici regrediscono. Sono infine state descritte neuropatie periferiche di tipo assonale o demielinizzante che rispondono alla eliminazione del glutine dalla dieta.
Un gran numero di italiani soffre di emicrania cronica inspiegabile."
Oggi, uno studio tutto italiano, pubblicato sull'American Journal of
Gastroenterology, suggerisce che in alcuni casi l'emicrania può
essere una spia della celiachia, l'intolleranza al glutine.
Antonio Gasbarrini, docente di Medicina Interna dell'Università
Cattolica di Roma, ha reclutato alcuni pazienti che soffrivano di
emicrania cronica ed è andato in cerca dei segni di un'eventuale
malattia celiaca non diagnosticata.
«L'idea è nata perché l'emicrania è una patologia in cui vi sono
disordini del circolo vascolare cerebrale», racconta
Gasbarrini. «Poiché il morbo celiaco porta spesso a disturbi
vascolari, ci siamo chiesti se non potesse esistere una relazione fra
cefalea inspiegabile e celiachia».
I medici hanno cercato alcuni marcatori della malattia celiaca nel
sangue dei partecipanti allo studio e, nei casi positivi, hanno
confermato la diagnosi con una endoscopia e una biopsia dei villi
intestinali.
L'idea di partenza si è rivelata corretta: il 4 per cento degli
emicranici aveva una celiachia non diagnosticata.
«In chi soffre di mal di testa cronico la frequenza della malattia
celiaca è risultata dieci volte maggiore rispetto a quella della
popolazione generale, che si attesta sullo 0.3-0.4 per cento» precisa
Gasbarrini. «Si tratta di pazienti in cui i villi intestinali sono
solo parzialmente atrofizzati, che non hanno quindi i classici
sintomi della malattia celiaca, ma soltanto
problemi "extradigestivi" : aborti spontanei ripetuti, infertilità,
anemia. Ed anche, come rivela il nostro studio, emicrania cronica».
ESAMI
Il dato più confortante è che il mal di testa "celiaco" è migliorato
dopo sei mesi di alimentazione senza glutine.
«Alla luce di questi dati, è opportuno che i pazienti con emicrania
cronica di cui non si conosce la causa si sottopongano all'esame del
sangue per i marcatori di celiachia, e , nel caso, a una dieta priva
di glutine» conclude Gasbarrini."