Autore Topic: Problemi in azienda  (Letto 4518 volte)

Offline DepeJo

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Problemi in azienda
« il: Giugno 26, 2008, 16:37:51 Gio »
Riporto qui sotto, così, tanto per non stare a riscriverlo ex-novo, la email che ho mandato al sindacato, per chiedere lumi in merito al comportamento che l'azienda, o meglio, un mio superiore, sta avendo con me. Buona lettura.

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Gentili signori, Vi scrivo perché credo che quanto mi sta accadendo sia quanto meno poco corretto, per non dire irregolare. Devo fare una descrizione preambolare, senza la quale, penso, sia difficile capirsi.

L'azienda presso cui lavoro, con contratto a tempo indeterminato, ha in essere un contratto con un Ministero per il quale, con riferimento al servizio che offriamo nel luogo dove mi trovo e relativo al gruppo di persone nel quale sono stato collocato, dobbiamo rispettare i cosidetti "livelli di servizio". Il non rispetto di tale garanzia offerta, dà luogo al pagamento di penali.

Cosa sono questi livelli di servizio? Esistono 3 fasce di orari considerati servizi: 8.30 - 10.30 / 10.30 - 16.30 / 16.30 - 18.30.
Durante la prima fascia, o primo livello di servizio, è garantita la presenza sul luogo di lavoro, e quindi a disposizione del cliente, di almeno due risorse. Nella seconda fascia è garantita la presenza di almeno 4 persone e nella terza di almeno due persone.
La spada di Damocle della penale (€ 500 al giorno in caso di mancato rispetto della garanzia suddescritta) rende particolarmente attenti i responsabili del progetto, per quanto attiene all'organizzazione dei turni.
Tutto ciò mi è stato raccontato prima di iniziare a lavorare per questo progetto.

Quando un dipendente lavora nell'ambito di un progetto, ovvero è "allocato" su una "commessa", anziché essere "on the bench" che vuol dire "sulla panca" (ossìa nullafacente, anche se non per propria responsabilità), e settimanalmente deve compilare una sorta di rapportino delle attività svolte, utilizza un "codice commessa" (generalmente un codice alfanumerico di circa 12 caratteri) che individua esattamente cosa ha fatto e che comunica all'azienda che il dipendente è, in un certo qual modo, "attivo", che non è "sulla panca", insomma. Oltre a questo permette all'azienda di fatturare le giornate di lavoro di quella risorsa, a un cliente ben preciso.

Ora io sono stato convocato dal mio diretto superiore presso una sede del ministero per sostituire una collega che da un momento all'altro sarebbe andata in maternità. Qui, per i motivi suddetti, sono organizzati in una "squadra" di 8 persone e i turni di cui  parlavo più in alto, sono distribuiti mensilmente a rotazione.

Mi fu spiegato che finché la collega incinta avesse continuato a recarsi al lavoro, io avrei dovuta affiancarla per "imparare" il lavoro per poi sostituirla degnamente e solo da quel momento avrei potuto utilizzare il codice commessa nella compilazione del rapporto settimanale.

Ora la collega in stato interessante ha iniziato la sua maternità lunedì della settimana scorsa (16 giugno) ma non mi è stato dato l'ok per quanto riguarda l'inserimento del codice commessa.  Devo continuare a inserire il codice relativo alla modalità "on the bench". Perché? Mistero.

Torno indietro di qualche settimana: dal 12 al 22 maggio inclusi sono rimasto a casa in quanto malato. Nove giorni lavorativi. Soffro di cefalea a grappolo episodica e nove giorni di malattia non hanno risolto il problema.
Ho spiegato fin dalle prime avvisaglie, dai primi violenti attacchi di cefalea, che sarei rimasto a casa per svariati giorni, di non poterli quantificare e, quindi, di non contare su di me, almeno a breve scadenza, per la turnazione. E' dal 1999 che soffro di questa patologìa e ogni anno (perché arriva sempre in questo periodo di cambio stagione) questi attacchi mi arrivano ogni notte, più volte a notte, per almeno un mese.

L'ho spiegato, ripetuto, più volte, visto che colui che si occupa del coordinamento delle risorse, ogni giorno mi inviava un sms per chiedermi se potessi venire al lavoro il giorno successivo.
Malgrado tutto, proprio perché sensibile alla questione dei turni e mosso da un certo senso di responsabilità che sentivo nei riguardi degli altri colleghi turnisti, benché ancora sotto forte stress da mancanza di sonno notturno regolare, ripetuto e perdurante, dovuto ai forti attacchi di cefalea, ho ricominciato a recarmi al lavoro e, con una certa sofferenza, a rispettare i turni che via via mi venivano assegnati.

Ieri sono stato convocato del mio responsabile per sentirmi dire quanto segue: vista l'importanza estrema di garantire i livelli di servizio, e vista la patologìa (cefalea a grappolo) che mi ha tenuto a casa per ben 9 giorni, è evidente che io ho "problemi fisici" (sic!) e che non sono adatto per questo ruolo. Sono a tutti gli effetti "inaffidabile". Di conseguenza sono ipso facto estromesso dal progetto e posso comunque restare qui per essere utile a tutta la squadra "viste le mie capacità tecniche e la mia esperienza" ma non posso risultare effettivo sulla commessa (ergo, devo continuare a usare il codice "on the bench" nella compilazione del rapporto settimanale). Almeno questo è ciò che auspica il responsabile di progetto. In alternativa posso scegliere di partecipare a un "reskilling" (corsi interni di aggiornamento professionale) per poter utilizzare il codice relativo (ossìa per evitare di risultare "on the bench"). Piccolo problema: il "reskilling" si svolge presso una sede fuori Roma.

La domanda è: può un'azienda demansionare e dequalificare un dipendente perché sofferente di una patologìa che di tanto in tanto (una volta l'anno) lo fa stare a casa? Può giudicarlo inaffidabile per questo? Non so, ma io sento puzza di discriminazione e anche un po' di mobbing.

evi

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Re: Problemi in azienda
« Risposta #1 il: Giugno 26, 2008, 16:42:29 Gio »
 >:( >:( >:( >:( >:( >:( >:( >:( SEMLICEMENTE DISGUSTOSO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Altro che Mobbing, quantunque il mobbing sia cosa gravissima!!! >:( >:( >:( >:( >:( >:( >:( >:( >:(

Offline jude

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Re: Problemi in azienda
« Risposta #2 il: Giugno 26, 2008, 17:05:00 Gio »
la situazione è veramente orrenda!!!! però aspetta un attimo e senti il sindacato che dice. intanto, se magari conosci un avvocato, prova ad informarti, senza impegno naturalmente...

Offline Sten

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Re: Problemi in azienda
« Risposta #3 il: Giugno 26, 2008, 17:05:25 Gio »
Depejo...

NON ho parole...

Tienici aggiornati sugli sviluppi.

 :-\
Stefano Capurro
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Offline Margherita

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Re: Problemi in azienda
« Risposta #4 il: Giugno 26, 2008, 17:27:24 Gio »
Mi spiace... Non so cosa altro dire... Che situazione orrenda!


Margherita

Margherita Sapio
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Offline thevask

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Re: Problemi in azienda
« Risposta #5 il: Giugno 26, 2008, 17:28:25 Gio »
Senza parole........d'altronde credo che il problema sul lavoro sia un pò per tutti....ma questo è davvero il colmo
Bene, bene, bene.....
Grazie a mia moglie Any la vita è sempre meravigliosa, anche con il dolore più forte.....
004407748660776

Offline Barbara BG

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Re: Problemi in azienda
« Risposta #6 il: Giugno 26, 2008, 18:09:11 Gio »
Ciao, direi che è proprio il caso di sentire il sindacato, ancor meglio un avvocato.
Facci sapere e intanto non mollare ;)
Barbara Maffeis
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Offline Ombry79

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Re: Problemi in azienda
« Risposta #7 il: Giugno 26, 2008, 18:24:19 Gio »
E' davvero brutto pensare di sentirsi dire di essere inaffidabile per 9 gg di malattia!!!

Certo..... abbiamo già discusso a lungo in un altro vecchio post della posizione del datore di lavoro...... ma questa cosa che ti è successa mi sembra davvero esagerata!!!

Un abbraccio,

Ombra
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Offline casper60

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Re: Problemi in azienda
« Risposta #8 il: Giugno 26, 2008, 20:23:20 Gio »
no comment

casper ;)

Offline AMY60

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Re: Problemi in azienda
« Risposta #9 il: Giugno 26, 2008, 23:50:39 Gio »
OGNI COMMENTO PENSO SIA SUPERFLUO

NON MI SEMBRA CHE SI CONFIGURI IL MOBBING, MA SICURAMENTE SI VUOLE SFRUTTARE IL TUO ATTO DI SINCERITA' (NON ERI TENUTO AD ENTRARE NEL MERITO DELLA PATOLOGIA, AL MOMENTO DELLA COMUNICAZIONE DELL'ASSENZA) PER RITENERTI INAFFIDABILE SUL LAVORO.

VEDREMO CHE NE PENSA IL TUO SINDACATO

FACCI SAPERE
anna maria
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Offline ulisse741

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Re: Problemi in azienda
« Risposta #10 il: Giugno 27, 2008, 08:32:17 Ven »
assurdo....!

Giordano Bottelli
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Offline DepeJo

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Re: Problemi in azienda
« Risposta #11 il: Giugno 27, 2008, 08:39:06 Ven »
Ho contattato il rappresentante sindacale aziendale, chiedendo riservatezza, per  il momento, che non so, effettivamente se il comportamento del mio superiore è illegittimo. Anche perché tutto il discorso che mi ha fatto non lo ha messo per iscritto (mica è scemo) e quindi io non potrei dimostrare nulla.

Sto aspettando che mi risponda qualcosa. Nel frattempo ho inviato una email a un mio caro amico che è rappresentante sindacale all'interno di un altro ministero e, in quanto, sicuramente più addentro di me e più esperto di questo genere di questioni, mi ha risposto qualcosa. Lo riporto qui in basso.

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Carissimo, il caso , purtroppo, e’ frequente.
Analizziamolo assieme.

Per farlo e’ purtroppo necessario superare le pur valide considerazioni che hai fatto, sia in relazione alla patologia che ti affligge, sia in relazione all’apprezzabile comportamento che hai tenuto con l’azienda allorquando – anche per rispetto nei confronti dei colleghi – ti sei comunque recato al lavoro.

AZIENDA

L’azienda per la quale dipendi ha un contratto per fornire un servizio, che ha ritenuto opportuno organizzare cosi come lo hai descritto.
L’obiettivo va raggiunto, utilizzando gli uomini (dipendenti) ed i mezzi a disposizione.
Ogni impedimento DEVE venire meno, compresa la possibile mancanza di uno degli addetti per un motivo (astensione per maternita’) o per un altro.

Il primo caso (maternita’) e’ un evento di cui l’azienda - una volta venuta a conoscenza dello stesso – lo inquadra come futuro e certo per cui si deve organizzare di conseguenza (es.: prevedere sostituzione temporanea).

Se il datore di lavoro e’ a conoscenza – come nel tuo caso – che un dipendente, affetto da una determinata patologia potrebbe assentarsi dal lavoro improvvisamente ma prevedibilmente (vista la natura della patologia stessa) puo’ destinarlo ad altre mansioni (e facendolo non lo dequalifica, ma lo ricolloca) per il solo fatto che la – le assenze (tutelate e giustificate dalla legge, sia ben chiaro) potrebbe essere di impedimento (se non addirittura cagionare un danno) all’azienda stessa

LAVORATORE

Mio caro – spiace dirlo – male hai fatto ad essere sincero: per la normativa sulla riservatezza non dovevi comunicare al datore di lavoro la patologia da cui sei affetto (basta una certificazione medica che dispone i giorni di riposo, senza descrivere la malattia). Quanto sopra, difatti, ha consentito all’Azienda di fare quello che ha fatto e – cosa ben piu’ grave e pericolosa – di valutare se lo stato di salute di un proprio dipendente – sicuramente accertato in passato al momento dell’assunzione – si e’ modificato e potrebbe essere tale da non renderlo idoneo (per il futuro) a svolgere un certo tipo di mansioni (se non in casi estremi, tutte)

SOLUZIONI

Al momento, nessuna. Tappati il naso ed accetta quello che ti viene offerto (sarebbe bene per iscritto, sia cosa che perche’).

Azioni di mobbing: non si ravvisa alcuna fattispecie di mobbing (che tra l’altro non e’ piu’ reato) in quanto lo stesso e’ "un comportamento reiterato del superiore/datore lavoro... ripetuto nel tempo e dimostrabile – non basta un solo episodio – che ha lo scopo di cagionare al lavoratore uno stato tale da portarlo anche al licenziamento volontario o ad uno stato psicofisico tale da non renderlo piu’ idoneo al lavoro ( ! )

Va dimostrato e non e’ facile….. 

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Detto (scritto) questo, capisco che me la prendo nel, ...ehm... insomma... lì.

Sarà mia premura trovare il modo di fargliela pagare.

Però, nel mondo del lavoro, non puoi fidarti di nessuno. Nessuno riconosce i tuoi sforzi, il tuo impegno.

Fortunatamente io non vivo per lavorare ma sento di essere una persona che lavora per vivere.

Altre notizie in seguito.

Il grappolo di questa volta, è durato quasi due mesi. Non posso prendere l'Isoptin. Il litio non mi fa nulla. Sono pieno di cortisone (50 mg al giorno). Dopo quasi due mesi, finalmente, ho un solo attacco, tutte le notti, verso le 5,30 del mattino. Mi alzo e respiro ossigeno. Non ho più bisogno di Imigran (tocco ferro).
Tutto sommato, non mi lamento.


Offline casper60

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Re: Problemi in azienda
« Risposta #12 il: Giugno 27, 2008, 09:34:07 Ven »
tieni duro Depejo, purtroppo la vita è fatta anche di queste cose, ma da qualche parte la nostra stella c'è e prima o poi tornerà a splendere, ciò che oggi sembra un torto domani potrebbe diventare un vantaggio!

casper ;)

Offline siciliano

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Re: Problemi in azienda
« Risposta #13 il: Giugno 27, 2008, 11:39:24 Ven »
Ciao Depejo,
solidale con te.

Però devo un pò dissentire dal coro.

Bisognerebbe valutare e attendere la posizione ufficiale della tua azienda. Perchè da quello che scrivi sembra una giusta azione per tutelare l'aziendare dall'applicazioni di penali sancite da contratto.
Così come riportato dal tuo amico rappresentante sindacale la tua azienda ha la necessita di garantire il servizio,  e quindi l'esigenza di pianificare e organizzarsi al meglio.
ed in effetti nel periodo del grappolo è possibile qualche tua GIUSTIFICATISSIMA assenza.

Aspetta l'evolversi della situazione e poi se credi possiamo anche mandare una comunicazione ufficiale dell'associazione.
alessandro
 
Alessandro Anelli
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Offline DepeJo

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Re: Problemi in azienda
« Risposta #14 il: Giugno 28, 2008, 23:25:41 Sab »
Quello che dici è formalmente corretto e direi pure che quasi lo condivido. L'azienda deve pensare a curare i propri clienti prima ancora dei propri dipendenti? Parrebbe di sì. Uno dei motti aziendali, difatti, è "clients come first" (sapete quelle stronzate dei "motti aziendali" che solo le corporation americane potevano inventare).

Quello che contesto è il modo col quale il messaggio giuntomi è stato del tipo "sei una specie di handicappato, un inutile dipendente malato che non serve allo scopo". Non è esattamente corretto comportarsi a questo modo e più che mai non è ciò che io mi sento o, comunque, mi ero mai sentito fino a giovedì.

Il mio amico sindacalista, tuttavìa, mi ha consigliato, poi, al telefono, di informarmi circa la possibilità (ma non saprei da dove cominciare) di fare in modo di rientrare in una delle categorie protette.

Questo perché, non sarà oggi, non sarà domani, ma un "dopodomani" che dovessero promuovere una filza di "epurazioni" di dipendenti, potrei venirmi a trovare nella condizione di essere in svantaggio.

"Questo è un malato, un inaffidabile, potremmo includerlo nella lista di quelli da 'eliminare'".

Non è propriamente un bell'orizzonte. Se invece avessi riconosciuta una certa percentuale di invalidità, potrei divenire "categoria protetta" e a quel punto potrei mostrare loro dov'è che mio nonno portava l'ombrello" Non so se mi spiego.

Consigli?