…e la sua Bestia gli dilaniava il cervello…
-“Pazzo!”-
Dicevano, ed era vero.
Pazzo come un Cavallo,
come una sfrenata corsa contro un muro,
come l’insensato intrecciarsi dei suoi pensieri notturni
che precipitano nell’incosciente vortice del sonno, o della morte.
Disperato Oceano di vita: dunque tu sai!
-“Pazzo!”-
Si, lo era, sapeva di esserlo e gridava, si contorceva...
Mute le immagini di un reale in perpetua evoluzione
opprimevano il suo cuore come una morsa
e il suo delirante Amore
ancora più vacua rendeva l’essenza…
-“D’Amore effimero e immorale sovrasti, pretendi…
Tu…
Vivida, fulminea presenza dal nulla accecata,
implausibilmente addotta e gaia…
Tu…
Languida valle iridata,
di spine e rovi infliggi la pena
e le squame ricoprono la tua pelle di Luna…”-
-“Pazzo!”-
…e la sua Bestia godeva di quel pasto emozionale,
godeva di quelle sensazioni,
godeva di quel sadico orgasmo.
Godeva…
Il Ragno tesseva la sua tela.
-“Ci hai mai pensato?
Seriamente, con determinazione.
Poche lire di lametta e…
…Zack!!!…
Poi lento, a caldi fiotti sgorga dai tuoi polsi,
per donarti l’eterno istante,
per condurti di fronte al non-nato…
Dolce, rosso, denso.
Evoca immagini d’orrore.
Rapido si spande sul pavimento.
Le gambe, ormai fredde, cedono,
il viso si sbianca.
Ci hai mai pensato?
Seriamente…
Lo sguardo si offusca,
la Mente vacilla, l’equilibrio si sfalda.
Il freddo rimbombo della testa che sbatte sul pavimento,
poi… Più nulla.
Ci hai mai pensato?
Seriamente…
...e la tua vita si spande colando lentamente sul tappeto.
Ci hai mai pensato?
…Zack!!!…”-
-“Pazzo!”-
-“Tu fosti scimmia”-
Gli avevano detto, ma nel sangue sentiva la propria divinità,
il suo appartenere al tutto era una certezza radicata,
una certezza pericolosa, molto pericolosa…
-“Pazzo, decisamente Pazzo!”-
…e la sua Bestia gli offuscò la mente,
spremette e contorse i suoi pensieri come vecchi stracci
e Lui si ritrovò sdraiato, inerte,
inutile carcassa di un corpo…
-“C’è una mosca nel mio piatto, trafitta da un raggio di sole,
mentre le Larve nel mio Cervello si agitano,
guidano atti insani, permeano la cute sensibile.
Aria di notte:
quelle sbarre non rispettano il minimo pudore umano.
Grigio muro di pietra…
Perché?”-
Il Ragno era all'erta
Chi costruì fortezze di pietra portò lontano con sé il suo Segreto.
Ombre calano su Damasco, neri i Cavalieri dell’Inquisizione…
-“Li sento arrivare, marciano per le strade.
Sono migliaia, invadono e lordano tutto.
Quanto potrà mai resistere questa Babilonia?”-
-“Pazzo!”-
Nel braciere un tronco bruciava gemente nel nulla istintivo dell’essere Legno,
ma per Lui era diverso.
Lui era l’Uomo, il Pazzo, il Lupo, il Signore delle Notti e dei Giorni.
Non poteva cedere alla sua debolezza, non poteva abbandonare la lotta,
doveva reagire, ricordare, vincere quella sua vuota confusione.
Doveva capire…
-“Perché non sorge il Sole?
E’ buio e freddo qui, buio e freddo.”-
-“No Icaro, non si torna indietro!”-
-“Che non ci sia futuro?
Perché non sorge il Sole?”-
…e la sua Bestia lo fece dormire.
Creò barriere di fantasia, nebbia e dolore, creò in lui il Vuoto, l’assenza totale,
completa negazione dell’Ego.
Fu notte, la Bestia vegliava,
proteggeva la fragile Mente da incubi insani,
in fondo, lo amava.
Ma Lui ormai aveva visto e lottava con tutte le forza per essere Uno,
lottava per essere Dio,
e si riebbe, riacquistò la propria integrità.
Rivisse le visioni avute lontano, là oltre i Cancelli di Perla e,
nel folle delirio di solo un istante,
sentì quell’infinità di fili che lo univano al tutto,
qull'infinità di fili come…
Come una Ragnatela…
-“Pazzo!”-
-“Ecco!
Sento avvicinarsi il mio momento…
Come si può non provare l’infinita tristezza del proprio Tramonto?
Io ti sentivo nell’aria, ma l’antico Morbo ancora mi opprime.
Ventate di primavera e Sogni,
vecchi, immobili sogni di cane agitano i miei brevi sonni d’umano,
per un insoddisfatto calore animale
che rende lamento il mio canto alla vita.
Perché non estinguersi nell’urlo di un attimo?
Perché ancora e poi ancora e poi ancora provarci?
Dimmi Perché!!!”-
Ma Dio guarda e non muta…
…e la sua Bestia lo confuse.
Voleva poterlo stringere a sé ancora a lungo,
voleva ancora una volta poterlo amare,
ma ormai Lui era Uno e risplendeva come il Sole allo Zenit:
ultimo frammento di Stella nel fango.
Il Ragno doveva reagire,
non gli poteva permettere di uscire dalla Ruggine.
Il suo contatto con l’eterna Signora fu ricco di dolore e dolcezza,
il tocco della fredda lama fu solo carezza,
un ultimo tiepido bacio e la sua vita si spense in un soffio.
-“Il Nero Pellegrino venne a bussare alla tua porta
e tu gli apristi senza far domande,
solo un sospiro nella brezza notturna,
cala il sipario sulla Tragedia delle Passioni…”-
…e la sua Bestia ululò nella Notte,
gridando ancora il suo canto immorale,
proteggendo le Menti dei Figli del Dolore
fino al giorno della Battaglia Finale…
Il Ragno attende.