Erano le 14 del 22 dicembre quando il signor Rossi avviò la sua autovettura, azzerò il contachilometri e partì verso un paese straniero d'oltralpe.
Portava con sè pochi bagagli, molti regali ed un bambino di soli 9 anni: suo figlio.
Il signor Rossi non stava fuggendo dall'Italia, bensì voleva trascorrere alcuni giorni di gioia durante il Natale insieme alla sua adorata donna ed ai suoi familiari, una felicità questa che non provava da tanto tempo.
Aveva lavorato sodo il signor Rossi durante quel mese di dicembre: voleva partire sereno, senza lasciarsi alle spalle problemi insoluti, il cui pensiero gli avrebbe sicuramente rovinato quei pochi, meritati, momenti di distensione.
Il viaggio non fu particolarmente faticoso: i soliti ingorghi a Milano, ma la frontiera era vicina e la compagnia del piccolo lo distraeva, con il pensiero rivolto al momento dell'incontro.
Alle 21 di quella stessa sera, il signor Rossi suonò alla porta di una modesta casa in un tranquillo paese della Svizzera, con le finestre tutte illuminate da persone che l'attendevano: una in particolare, con il suo viso romantico e con un bacio sulla bocca per ricordargli il suo amore.
Era una casa calda, accogliente: la gente simpatica, i bimbi chassosi, l'albero di natale e candele accese sulla tavola. Una cena tranquilla, discorsi senza troppo impegno, poi il coccolarsi dentro ad un piumino con chi lo amava, per trascorrere una notte insieme dopo tanto tempo.
Il 23 dicembre in Svizzera faceva freddo, ma il cielo era limpido e azzurro: un pomeriggio ideale per una passeggiata con i bimbi in un paesetto di fate nella Germania, dove il confine era segnato con una striscia bianca alla metà di un vecchissimo ponte di legno coperto sul fiume Reno: cose d'altri tempi!
La gente era felice, sembrava al signor Rossi: il Natale era alle porte e tutti sorridevano e scambiavano auguri in una lingua non conosciuta, ma che si capiva lo stesso.
Anche un mago esperto non avrebbe potuto prevedere cosa sarebbe successo il giorno seguente: bastò una banale caduta sul ghiaccio, duro come la pietra, nel freddo di quel pomeriggio per trasformare la gioia del signor Rossi in disperazione e la realtà in un incubo.
"Femore destro kaput", riuscì a comprendere il signor Rossi in quell'Ospedale dove fu portato d'urgenza: non poteva crederci, non poteva rendersene conto, ma la realtà era proprio quella e non c'era nulla da fare.
Per il signor Rossi quello fu proprio un Natale diverso da tutti gli altri: Babbo Natale arrivò alle 10 precise, ma non portava una folta barba bianca, bensì una mascherina che gli copriva la bocca ed il naso; il suo vestito non era rosso, ma verde ed al posto della cappa del camino c'era un letto operatorio, in una stanza asettica illuminata a giorno.
Anche i regali furono del tutto inusuali: due chiodi ed una vite; ma furono apprezzati più di qualsiasi altra cosa!
Quel giorno il signor Rossi lo passò da solo: tutti dovevano partecipare alla grande festa del Natale ed in quel letto d'ospedale, immobile, pensando alla vita, pianse le lacrime di un pover'uomo, per necessità abbandonato.