- TI RACCONTERO’ UNA STORIA.
NON PARLA DI GNOMI O DI FOLLETTI. MA DI QUALCUNO CHE NEL GIORNO PIU' BRUTTO DELLA SUA VITA, HA VINTO LA SUA PRIMA BATTAGLIA DA EROE.
CAMMINAVA.
NON SAPEVA DOVE ANDARE E FACEVA FREDDO, MA ANDAVA AVANTI.
COME SE AVVERTISSE LA PRESENZA DI QUALCUNO DIETRO DI LUI.
NO. ERA SICURO. NON C’ERA NESSUNO.
PERCHE’ ALLORA QUELLA STRANA SENSAZIONE ?
CONTINUO’ A CAMMINARE PER IL LUNGO VIOTTOLO CHE LO PORTAVA AL BOSCO, DECIDENDO DI NON VOLTARSI IN DIETRO PER VEDERE, ANCHE SE CONTINUAVA A SENTIRSI IN COMPAGNIA DI QUALCUNO.
DOPO UN’ORA SI FERMO’. ERA ARRIVATO IN UN POSTO MERAVIGLIOSO.
I RAGGI DEL SOLE FILTRAVANO FRA LE FRONDE DEGLI ALBERI COME TANTE DITA TRA I CAPELLI.
IL MUSCHIO DORMIVA ADAGIATO SULLE ROCCE E SUI TRONCHI COME UN BAMBINO SULLE GAMBE DI SUA MADRE.
TUTTO PROFUMAVA DI VITA.
IN LONTANANZA SI UDIVANO LE PAROLE DEL FIUME CHE DISCENDEVA LA VALLE, NEL SUO TENERO DISCORSO ALLA NATURA.
GUARDO’ IN ALTO PER CERCARE UN ANGOLO DI CELO NON IMPRIGIONATO FRA I RAMI E SI LASCIO’ PASSARE SULLA TESTA LE CHIARE NUVOLE DANZANTI DI PRIMAVERA.
ERA BELLISSIMO.< UN POSTO COSI’ NESSUNO LO PUO’ CONOSCERE> PENSO’.
SI MISE SEDUTO FRA LE FOGLIE E GLI AGHI DI PINO. ASCOLTANDO I RUMORI DEL BOSCO E LASCIANDOSI ACCAREZZARE DALLA BREZZA FILTRATA DAI CESPUGLI E DAI RAMI DONDOLANTI DI VENTO.
SI SDRAIO’. GLI OCCHI SOCCHIUSI, FERITI DALLA LUCE CHE LO TOCCAVA.
IL RESPIRO ERA TRANQUILLO, MA IL CUORE GLI SALTAVA IN PETTO COME SE AVESSE CORSO.
TUTTA QUELLA BELLEZZA ERA PER LUI. PENSO’. UN DONO DI DIO IN QUEL GIORNO CHE PAREVA UGUALE AD ALTRI GIORNI.
IL TEMPO PASSAVA MA NON LASCIAVA TRACCIA NEI SUOI PENSIERI.
IL SOLE CHE PRIMA LO BACIAVA DALLE FRONDE DEGLI ALBERI FITTI, GLI AVEVA GIA’ PERCORSO TUTTO IL CORPO PER POI SPARIRE DIETRO LA COLLINA.
IL POMERIGGIO LASCIAVA IL POSTO ALLA SERA E LUI ERA LI. SDRAIATO ED INEBRIATO DAL PROFUMO DEL BOSCO, QUANDO SENTI’ ANCORA QUELLA PRESENZA.
< COSA VUOI?> GRIDO TORNANDO SEDUTO.
< COSA SEI? > MA NON EBBE NESSUNA RISPOSTA.
SOLO IL VENTO SMOSSE IL SILENZIO. RIMASE SEDUTO AD ASCOLTARE.
DAL CIELO TERSO E QUASI ROSA DI TRAMONTO, SI FECE SPAZIO UN LAMPO!
<DIO MIO. COSA C’ENTRA UN LAMPO ADESSO? IN QUESTA BELLISSIMA GIORNATA MACCHIATA SOLO DA QUALCHE NUVOLA VANISCENTE?>
UN ALTRO LAMPO. STA VOLTA PIU’ FORTE E PIU’ LUMINOSO SQUARCIAVA IL CELO E LUI SE LO SENTI’ ADDOSSO.
SI ALZO IN PIEDI ED INIZIO’ IL TEMPORALE.
TUONI GIGANTI E FULMINI ACCECANTI.
SI PRESE LA TESTA FRA LE MANI ED INIZIO’ A PIANGERE.
PIANGEVA COME MAI AVEVA FATTO IN VITA SUA. CON SINGHIOZZI E LACRIME COSI’ GRANDI CHE LO RENDEVANO CECO.
TUTTO INIZIO’ A GIRARE VORTICOSAMENTE E CADDE A TERRA. MENTRE IL TEMPORALE DIVENTAVA PIU’ VIOLENTO. UNA BUFERA.
APRI GLI OCCHI VELATI DI PIANTO E SI ACCORSE CHE IN REALTA’ NON STAVA PIOVENDO, NON C’ERANO LAMPI. NON C’ERANO FULMINI FUORI. TUTTO QUANTO ACCADEVA DENTRO DI LUI. NELLA SUA TESTA.
IL DOLORE GLI ATTRAVERSAVA LA TESTA SUCCHIANDOGLI VIA LA RAGIONE.
NON POTEVA FARE ALTRO CHE PIANGERE ED URLARE, DONDOLANDO COME UNA CANNA IN BALIA DEI TURBINI DI VENTO.
< MUOIO!> DISSE. LE PAROLE GLI USCIRONO SENZA AVERLE NEANCHE PENSATE.
< DIO CHE MI SUCCEDE?> SI RIVOLSE AL CELO CERCANDO UNA RISPOSTA. < DIO CHE MI SUCCEDEEEEEEE?>. MA L’UNICA RISPOSTA FU UNA FITTA ATROCE DA SBATTERLO A TERRA.
GLI OCCHI SPALANCATI VEDEVANO SOLO UN ACQUERELLO DIPINTO DAVANTI A LUI.COLORI LIVIDI DAVANTI AGLI OCCHI. DENTRO AGLI OCCHI. DENTRO ALL’ANIMA.
INIZIO’ A PREGARE. NON LO AVEVA MAI FATTO COSI’. NON AVEVA MAI PREGATO DESIDERANDOLO VERAMENTE.
NON RIUSCIVA A PENSARE ALTRO CHE ALLA MORTE E DALLA BOCCA GLI USCIVANO SOLO DUE PAROLE: < DIO, PERCHE’! DIO, PERCHE’! DIO………..!>
MENTRE SI CONTORCEVA GRAFFIANDOSI IL VOLTO CON LE MANI ARTIGLIATE SUGLI OCCHI, PERCEPI’ DINUOVO LA PRESENZA.
IL CUORE GLI SALTAVA IN PETTO COME UN PESCE NELLA RETE CHE SI AFFANNA PER RITORNARE IN ACQUA.
AVVERTI’ UN TOCCO SULLA SPALLA. DIETRO DI LUI C’ERA QUALCUNO.
NON SI VOLTO’. LA PAURA LO DIVORAVA ED IL DOLORE GLI PERMETTEVA SOLO MOVIMENTI INDIPENDENTI DAL SUO VOLERE.
< CHI SEI?> GRIDO’ AFFANNOSAMENTE. DOLOROSAMENTE.
< SEI TU CHE MI FAI TUTTO QUESTO?>
< UCCIDIMI, MA NON FARMI PIU’ SOFFRIRE COSI’. TI PREGO> LA VOCE CHE GLI USCIVA DALLA BOCCA NON SEMBRAVA LA SUA. NON POTEVA ESSERE LA SUA.
DENTRO LA SUA TESTA, PESANTE COME UN SACCO DI SABBIA, SI INSINUO’ UN RUMORE…..NO. NON ERA UN RUMORE. UNA VOCE.
ERA UNA VOCE QUASI IMPERCETTIBILE MA SI SFORZO’ DI ASCOLTARLA. NON PROVENIVA DALL’ESTERNO. NON VENIVA DA DIETRO DI LUI. ERA UNA VOCE CHE LO PERVADEVA INTERAMENTE. UN SOFFIO,UN RESPIRO CHE SI MUTAVA IN PAROLE DENTRO DI LUI.
< NON AVERE PAURA. IO SONO QUI. PER TE. SEMPRE. QUESTO DOLORE NON PUO’ FARTI NULLA. LASCIALO CORRERE ADDOSSO.
LASCIALO SFOGARE.
NON TENTARE DI FRENARLO O SARA’ PEGGIO.
CONCEDITI A LUI CON TUTTO IL CORPO E CON LA MENTE. ABBANDONATI.
ASCOLTALO.
STUDIALO.
INSINUATI DENTRO DI LUI COME LUI HA FATTO CON TE. RIUSCIRAI A VEDERLO.
CERCA DI PERCEPIRNE L’ESSENZA. L’ODORE. IL SAPORE.LO SENTIRAI NELLA GOLA E FRA I DENTI. DIVENTERA’ PIU’ REALE E SARA’ PIU’ FACILE SOPPORTARLO E MANDARLO VIA……IO TI STARO’ VICINO E NON SUCCEDERA’ NIENTE.NON SUCCEDERA’ NIENTE DI MALE>
IL CUORE GLI BUSSAVA NEL CERVELLO. ERA TUTTO UN FREMITO.
QUELL’ONDATA DI DOLORE LO AVEVA IMPRIGIONATO INTERAMENTE E GLI CONCEDEVA SOLO UN PIANTO PENOSO E TAGLIENTE.
DECISE DI PROVARE A LASCIARSI ANDARE. COSI’ COME CONTINUAVA A RIPETERGLI QUELLA VOCE.
PENSAVA CHE TANTO NON C’ERA PIU’ NIENTE DA PERDERE. DOVEVA MORIRE.
ALLENTO’ LA PRESA DELLE MANI SULLA FACCIA E CONTINUANDO A PIANGERE E RESPIRARE ALZO’ LO SGUARDO AL CELO, E SI INGINOCCHIO’ PESANTEMENTE A TERRA.
SI SENTI’ RAPIRE DAL DOLORE.PURO. TAGLIENTE COME UNA LAMA DI GHIACCIO. ORRIBILE COME IL NULLA TI SVUOTA DEL TUO SOFFIO VITALE.
IN QUEL MOMENTO. FU LA MORTE.
< SE N’E’ ANDATO!> RISUONO’ LA VOCE, ADESSO PIU’ CHIARA. PIU’ REALE.
< ALZATI. SEI TORNATO AD ESSERE UN UOMO ADESSO.>
SI ALZO’ E NON LASCIANDO MAI LO SGUARDO VERSO IL CELO, RIPRESE IL FIATO CHE SEMBRAVA ESSERGLISI BLOCCATO PER UNA ETERNITA’ DENTRO LA GOLA.
SI GIRO’ E NON TROVO’ CHE IL BOSCO. TINTO DI SCURO DALLA SERA.
SI FERMO’ ASPETTANDO NUOVAMENTE QUELLA VOCE, MA NON UDI’ PIU’ NIENTE.
INCAMMINANDOSI VERSO LA STRADA DEL RITORNO,SI SENTI’ ADDOSSO UN’IMPENSABILE ENERGIA.
AVEVA VINTO.
TORNO’ VERSO CASA CORRENDO.
SCORSE IN LONTANANZA SUA MADRE CHE LO ASPETTAVA SULLA PORTA SPALANCATA E GLI CORSE INCONTRO GRIDANDO < MAMMA, SONO VIVO!>
- NON SO DI CHI FOSSE QUELLA VOCE, MA MI PIACE PENSARE CHE SIA STATA LA VOCE DI UN ANGELO. QUELL’ANGELO CUSTODE CHE NOI TUTTI ABBIAMO E CHE FORSE, NON CI SFORZIAMO ABBASTANZA DI SENTIRE.
FORSE E’ STATA SOLO L’IMMAGINAZIONE.
MA CHE IMPORTA.
POI IN FONDO, OGNUNO DI NOI HA IL DIRITTO DI NON SENTIRSI SOLO.
ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA………
