Autore Topic: SE QUESTO E’ UN UOMO  (Letto 3060 volte)

Offline ZAIRA

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SE QUESTO E’ UN UOMO
« il: Aprile 24, 2003, 16:03:56 Gio »
SE QUESTO E’ UN UOMO

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e i volti amici:

Considerate se questo è un uomo,
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo,
come un rana d’inverno.

Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.


Poesia scritta da Primo Levi, superstite del Lager di Auschwitz.


Za  :(

Loredana

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Re:SE QUESTO E’ UN UOMO
« Risposta #1 il: Aprile 25, 2003, 19:36:53 Ven »
 cry) cry) cry)

Andrea

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Re:SE QUESTO E’ UN UOMO
« Risposta #2 il: Aprile 30, 2003, 11:57:18 Mer »
Zazi, ho letto quel libro e sono rimasto allucinato, credo non ci siano commenti, Andrea  :-\

Offline Sten

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Re:SE QUESTO E’ UN UOMO
« Risposta #3 il: Aprile 30, 2003, 19:38:41 Mer »
 cry) cry) cry)
Stefano Capurro
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Offline Letizia

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Re:SE QUESTO E’ UN UOMO
« Risposta #4 il: Maggio 07, 2003, 12:57:22 Mer »
AGGHIACCIANTI!!!............tutto cio' non finira' mai! :-\


.....SE QUESTI SONO BAMBINI.........ADESSO!

Ora devo occuparmi del mio fratello Rukundo.
Stiamo assieme in una tenda nel campo per
bambini soli.
Lui è sempre triste perchè pensa alla mamma,
però io cerco di comportarmi da grande perchè
ora sono il capofamiglia.

Yankurie, Repubblica Democratica del Congo, 7 anni


I miei genitori, cinque fratelli e sorelle furono uccisi
e i loro corpi furono divorati dai cani.
Due sorelle sopravvissero nascondendosi dietro
i loro cadaveri.
Io venni violentata e ne nacque un bambino.
Ora devo curarmi di lui, di due sorelle minori e di un fratello.

una ragazza sopravvissuta al genocidio in Ruanda del 1994
che ora è tra le migliaia di minori che in quel paese devono prendersi
cura dei familiari scampati ai massacri

 

IL RAGAZZO DEL MIO VILLAGGIO

Un ragazzo tentò di scappare dai ribelli, ma fu preso...
Le sue mani furono legate, poi essi costrinsero noi,
i nuovi prigionieri, a ucciderlo con un bastone.
Io mi sentivo male. Conoscevo quel ragazzo da prima,
eravamo dello stesso villaggio.
Io mi rifiutavo di ucciderlo ma essi mi dissero che
mi avrebbero sparato. Puntarono un fucile contro
di me così io lo feci.
Il ragazzo mi chiedeva: perché mi fai questo?
Io rispondevo che non avevo scelta. Dopo che lo
uccidemmo essi ci fecero bagnare col suo sangue le braccia...
Ci dissero che noi dovevamo far questo così non
avremmo avuto più paura della morte e non avremmo
tentato di scappare...
Io sogno ancora il ragazzo del mio villaggio che
ho ucciso.
Lo vedo nei miei sogni, egli mi parla e mi dice che
l'ho ucciso per niente, e io grido.

Susan, 16 anni, rapita dal Lord's Resistence Army, in Uganda
Casalinga Diosperata