Autore Topic: una fiaba  (Letto 6330 volte)

Offline lunalafata

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una fiaba
« il: Agosto 07, 2009, 03:01:00 Ven »

Una fiaba per chi è rimasto bambino, per chi ama leggere, per chi si rilassa in vacanza o in una serata uggiosa, per chi ama le fiabe e basta.

Infine per chi stasera vorrebbe una voce a raccontarla, mentre a occhi chiusi si lascia cullare dalla dolcezza di una notte che arriva.



"Luna nacque in un tempo lontano, a noi quasi completamente sconosciuto.
Quando Luna venne alla luce nel Villaggio delle Fate situato ai piedi della Grande Montagna di ghiaccio, sulla Terra regnava ancora la pace. Ma i tempi stavano per cambiare.
La stirpe dalla quale Luna discendeva possedeva i doni della magia e dell’immortalità e gli altri popoli viventi sul Pianeta erano da anni in fermento per scoprire come ottenere tali doti a loro negate.

Luna aveva solo pochi mesi quando la tensione crebbe fino a generare un vero e proprio conflitto. Una guerra che alla fine fu talmente devastante da distruggere completamente il Villaggio delle Fate. Gli abitanti del Villaggio vennero uccisi o fatti prigionieri e di questi ultimi nessuno sopravvisse alle torture e privazioni alle quali venne sottoposto.
O meglio, solo Luna sopravvisse, grazie alla madre che nel tentativo di fuggire la abbandonò di fronte alla casa di una famiglia di umani sperando venisse confusa per una di loro.

Venne trovata da una donna già madre di tre bambini che ebbe misericordia di quella creatura e la tenne con se crescendola come fosse figlia sua.

Crebbe pacificamente tra gli umani e per quanto alcune volte il suo parlare alle piante e agli animali apparisse bizzarro, nessuno diede alla sua stranezza più di tanto peso.
Neppure lei stessa afferrò di essere diversa, condusse l'infanzia e la giovinezza seguendo le regole e le abitudini di chi l'aveva cresciuta.
Neppure lei stessa afferrò di essere diversa fino a quando non giunse il giorno nel quale avrebbe dovuto diventare adulta.

Luna continuava a giocare, a correre e saltare e per quanto fosse dotata di uno spirito sensibile e intelligente non dimostrava alcun interesse verso tutto ciò che l'avrebbe resa donna agli occhi della gente. Amava cucinare, riusciva bene nel ricamo e nelle arti casalinghe, ma non le importava di mantenere il contegno di un'adulta. Trovava noiose le chiacchiere delle sue coetanee e non si curava della corte che abbozzavano a farle i ragazzi.
Si rese conto in breve che c'era qualcosa di strano in lei. Gli altri non comprendevano il linguaggio di piante e animali, non si accorgevano del mutare del cielo, dei movimenti delle stelle, gli altri non guardavano con gli stessi occhi il mondo e di tutto questo ebbe paura.
Ebbe paura, anche perché le persone intorno a lei notando la sua stravaganza cominciavano a evitarla come si evita un pazzo.

Luna viveva ormai quasi nell'isolamento completo quando un giorno suo padre, o meglio colui che fino ad allora aveva creduto tale, la prese in disparte e le parlò. Le narrò con tenerezza e rammarico di come era stata trovata e del luogo dal quale lui e sua moglie avevano sempre sospettato provenisse. Di fronte agli occhi increduli di Luna e con voce sottile lui le raccontò quel poco che sapeva sul popolo delle Fate e sulla sorte che quel popolo aveva subito.

Con sguardo basso e occhi luccicanti disse che l'aveva amata come una vera figlia e che nessun pregiudizio l'aveva fermato nell'allevarla, ma che malgrado questo e solo per il suo bene, avrebbe dovuto andarsene da quel paese di uomini.
-Troveresti solo dita puntate e solitudine se restassi qui Luna. Te ne devi andare, devi sparire-
Sussurrò infine tra le lacrime.

-Ma dove andrò?-
Voleva chiedere Luna.
-Se l'unico popolo che conosco è il Vostro?-

E abbassò la testa stringendola tra le mani, mentre pensava quelle parole senza trovare una vera ragione per pronunciarle.

-E anche se quello che dici è vero, dove cercherò la mia terra se voi l'avete distrutta?-

Suo padre allora frugò nella giacca con le mani ruvide e ne estrasse un piccolo flauto di legno.

-Questo era nella tua culla quando ti abbiamo trovata. Prendilo e portalo con te. Io conosco poco del tuo mondo, ma so che ogni fata possedeva un flauto come questo. Vedi? Porta inciso il tuo nome e noi con questo nome ti abbiamo sempre chiamata.-

Luna prese il flauto tra le mani e nonostante apparisse insignificante la vista di quel piccolo oggetto la confortò.

-Io so anche-
Proseguì il padre
-Che le fate non possono morire e per questo ti dico vai senza paura e che Dio sia con te-
Detto questo si alzò, accarezzò Luna sulla guancia con la mano ruvida e uscì.

Luna rimase seduta sullo sgabello di legno a lungo in preda a mille confusi pensieri.
Di tutte le certezze costruite in una vita non le restava che un nome.
Dove sarebbe andata?
Cosa avrebbe fatto per vivere?

Quando uscì dalla casa era ormai sera e la luce sottile del crepuscolo lasciava intravedere poco di quello che fino ad allora era stato il suo mondo.
Le finestre delle casette erano illuminate di una luce invitante e non ostile, pensò Luna. Eppure se ne doveva andare.
Suo padre aveva parlato di un bosco, quindi Luna si diresse verso il bosco che faceva da confine al Villaggio e mentre camminava pensava che se non altro ci sarebbero stati piante e animali a farle compagnia.

Era già notte fatta quando decise di fermarsi per riposare.
Non aveva portato nulla da mangiare con sé e lo stomaco brontolava per la fame. Si sedette allora ai piedi di un albero sfinita dagli eventi e finalmente, abbracciata dal buio, riuscì a piangere.
Sentì quindi un tonfo accanto a lei e si voltò. Era una mela. Si era seduta ai piedi di un melo e lui aveva sentito la sua fame.

-Grazie-
Disse Luna asciugandosi le lacrime e nell'alzare lo sguardo verso l'albero

vide la Luna
La Luna brillava al pieno del suo splendore nella notte serena circondata dalle sue stelle e pareva sorriderle.
Luna la guardò con tristezza e pensò a quanto fosse stato beffardo il destino nel dare a entrambe lo stesso nome.

-Perché piangi?-
Chiese allora la Luna. E Luna trasalì.
-Non sei forse tu "Luna la Fata"?-

-Io non so più chi sono-
Rispose Luna, ancora intimorita dall'evento.

-Ma porti un flauto-
Continuò la Luna, sempre sorridendo.
-Vuoi suonarlo per me?-

Luna frugò incerta nella tasca e ne estrasse il flauto. Lo guardò e ricordò le parole di suo padre, poi alzò gli occhi verso la Luna:

-Non so suonarlo-
Rispose.
-Nessuno mi ha insegnato a farlo-

La Luna rise, strizzando gli occhi per un momento.
Poi tornò a guardare Luna:

-Luna la Fata, suona per me come nessuno mai avrebbe potuto insegnarti a farlo.
Suona per me come da anni ormai non sento suonare.
Suona per me e io per te danzerò
-

Luna allora smise di pensare.
Gli occhi si chiusero e si spense il cielo sopra i suoi occhi. Le mani leggere scivolarono sul piccolo flauto e il suo respiro accarezzandolo divenne musica.
Zittì il bosco perché i suoni di velluto potessero indisturbati salire al cielo.

E come aveva promesso,
la Luna danzò.

Si spense ogni paura in quella notte mentre Luna suonava e la Luna danzava.
Si spense ogni paura.

Nessuno più vide Luna perché solo gli animali e il bosco sapevano dove Luna fosse andata. E nessuno più ormai credeva di poter chiedere loro una qualsiasi cosa.

Luna sparì dal mondo che dell’eternità aveva fatto un mistero, portando con se la soluzione. E nessuno più la cercò perché l'unica spiegazione alla scomparsa di un uomo, per chi nell’eternità vede il mistero, è la morte.
Gli abitanti del Villaggio piantarono una croce nella terra e piansero guardando quella croce.

Nessuno allora poté notare lassù nel cielo la sorridente danza della Luna"

Lidia Gandellini     OUCH Italia (onlus)
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Offline Lucius

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Re: una fiaba
« Risposta #1 il: Agosto 07, 2009, 09:52:42 Ven »
Molto bella!

Bravissima Luna! :-*

Luciano Patrucco
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Offline Barbara BG

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Re: una fiaba
« Risposta #2 il: Agosto 07, 2009, 10:10:32 Ven »
 :-* :-* :-* Bellissima!
Barbara Maffeis
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Offline joselita

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Re: una fiaba
« Risposta #3 il: Agosto 07, 2009, 11:25:54 Ven »
Grazie per la favola dolce LUNA.
LA VITA? UN TUFFO IN MARE:A VOLTE CALMO A VOLTE IN TEMPESTA

Offline Margherita

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Re: una fiaba
« Risposta #4 il: Agosto 07, 2009, 12:06:25 Ven »
Bellissima!
Grazie!  :-* :-* :-*


Margherita

Margherita Sapio
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Offline casper60

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Re: una fiaba
« Risposta #5 il: Agosto 07, 2009, 12:51:49 Ven »
grazie Lidia.....molto bella :-*

casper ;)

davide21

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Re: una fiaba
« Risposta #6 il: Agosto 07, 2009, 14:34:19 Ven »
ciao.
ciao tutti.
ciao lunalafata.
un bel racconto.

 :'( :'( mà non sparire anche tu nel bosco rimani in questo villaggio!

il tuo flauto è la tastiera del pc......................

e una fata qui non può mancare ;) ;) ;).

(faccio copia e incolla e la metto in un furum dove partecipo).
ciao.

Offline lunalafata

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Re: una fiaba
« Risposta #7 il: Agosto 08, 2009, 01:56:19 Sab »
(Davide per dovere di cronaca cita la fonte se lo copi e incolli: "S.P.T. intervista ad una rondine -Lidia Gandellini - edizioni creativa 2007-" altrimenti il mio editore mi cazzia ;))

grazie ragazzi, ho pensato che forse potrà fare compagnia a chi la notte gironzola per i corridoi ;)

sai Davide, volendola vedere così, sorrido al pensiero che poi forse per un sacco di tempo la fatina col suo flauto ha girato fumosi palchi jazz e rock e prog e perfino acid-jazz che sono come boschi incantati e poi tra le righe ci è anche tornata al suo vecchio villaggio, insieme al suo flauto.

 8)

Lidia Gandellini     OUCH Italia (onlus)
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Offline Margherita

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Re: una fiaba
« Risposta #8 il: Agosto 08, 2009, 10:03:31 Sab »
Complimenti, Lidia!
Ho letto del tuo romanzo, complimenti ancora, lo leggerò...


Margherita

Margherita Sapio
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davide21

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Re: una fiaba
« Risposta #9 il: Agosto 08, 2009, 10:29:34 Sab »
ciao
ciao tutti.
 ciao lidia ok faccio adesso .

Skianta

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Re: una fiaba
« Risposta #10 il: Agosto 08, 2009, 12:52:53 Sab »
L'ho letta solo adesso, è molto bella. Da un lato mi ha rilassato, dall'altro mi ha fatto venire il magone. Sei brava a scrivere però io darei più vita alla fine. E' preparata bene la fiaba ma chiusa di fretta.

Appena ho occasione ti presento mia figlia Fiaba, e tu le leggerai questa favola sono certo che entrerete in empatia  :-* :-* :-*

Offline lunalafata

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Re: una fiaba
« Risposta #11 il: Agosto 08, 2009, 16:15:44 Sab »
grazie ancora ragazzi, mi si scalda il cuore perchè in fondo voi avete un ingrediente in più per comprendere la storia tra le righe della storia...

L'ho letta solo adesso, è molto bella. Da un lato mi ha rilassato, dall'altro mi ha fatto venire il magone. Sei brava a scrivere però io darei più vita alla fine. E' preparata bene la fiaba ma chiusa di fretta.

Appena ho occasione ti presento mia figlia Fiaba, e tu le leggerai questa favola sono certo che entrerete in empatia  :-* :-* :-*

grazie Skianta  :-*, è veramente un incanto il fatto che tua figlia porti un nome fatto di magia, e sarà emozionante per me poterla conoscere e raccontarle questa storia di persona, e in effetti ho il sospetto bello fondato che entreremo in empatia... :)

Per il finale e dare un po' più di corpo aggiungo che la storia viene raccontata da una rondine a un'altra rondine durante una notte di navigazione sul Vascello della Luna, al lume di una candela che nel frattempo si consuma, anche la rondine che la ascolta desidera sapere dov'è finita Luna, e la narratrice come aveva premesso prima di iniziare gli ricorda che una favola si arricchisce man mano viene raccontanta, perchè ognuno aggiunge un particolare che appartiene alla propria storia, così la esorta semplicemente a raccontarla a sua volta aggiungendo il suo pezzo. (più o meno, nel romanzo è tutto più semplice proprio perchè è una favola).

La favola in se è un tema caro al mio cuore, proprio perchè offre la libertà di prendere direzioni potenzialmente infinite. Raccontando e ascoltando, la mente segue questi percorsi dando vita a emozioni e a reazioni anche fisiche che pur rimanendo lievi sono reali, concrete. Di fatto è come se vivessimo fisicamente e emotivamente la storia, facendoci esplorare esperienze altrimenti considerate impossibili da vivere nella realtà. L'effetto può essere addirittura curativo.

Uno spunto azzardato che forse può incuriosire.

miao

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Skianta

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Re: una fiaba
« Risposta #12 il: Agosto 08, 2009, 17:33:26 Sab »
Secondo me tu 6 fuori come una  campana  che  quando suona trasforma tutto in un orgasmo.  ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;)Hai un modo di vedere le cose, di sentirle e di comunicarle che se le vivessi anche così, la tua CH scomparirebbe.
Ho quasi la sensazione  che la tua CH avrà una vita breve e spero tanto di avere ragione o  comunque te lo auguro; però se dovesse passare devi restare con noi  :-* :-* :-*



grazie ancora ragazzi, mi si scalda il cuore perchè in fondo voi avete un ingrediente in più per comprendere la storia tra le righe della storia...

L'ho letta solo adesso, è molto bella. Da un lato mi ha rilassato, dall'altro mi ha fatto venire il magone. Sei brava a scrivere però io darei più vita alla fine. E' preparata bene la fiaba ma chiusa di fretta.

Appena ho occasione ti presento mia figlia Fiaba, e tu le leggerai questa favola sono certo che entrerete in empatia  :-* :-* :-*

grazie Skianta  :-*, è veramente un incanto il fatto che tua figlia porti un nome fatto di magia, e sarà emozionante per me poterla conoscere e raccontarle questa storia di persona, e in effetti ho il sospetto bello fondato che entreremo in empatia... :)

Per il finale e dare un po' più di corpo aggiungo che la storia viene raccontata da una rondine a un'altra rondine durante una notte di navigazione sul Vascello della Luna, al lume di una candela che nel frattempo si consuma, anche la rondine che la ascolta desidera sapere dov'è finita Luna, e la narratrice come aveva premesso prima di iniziare gli ricorda che una favola si arricchisce man mano viene raccontanta, perchè ognuno aggiunge un particolare che appartiene alla propria storia, così la esorta semplicemente a raccontarla a sua volta aggiungendo il suo pezzo. (più o meno, nel romanzo è tutto più semplice proprio perchè è una favola).

La favola in se è un tema caro al mio cuore, proprio perchè offre la libertà di prendere direzioni potenzialmente infinite. Raccontando e ascoltando, la mente segue questi percorsi dando vita a emozioni e a reazioni anche fisiche che pur rimanendo lievi sono reali, concrete. Di fatto è come se vivessimo fisicamente e emotivamente la storia, facendoci esplorare esperienze altrimenti considerate impossibili da vivere nella realtà. L'effetto può essere addirittura curativo.

Uno spunto azzardato che forse può incuriosire.

miao

Offline lunalafata

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Re: una fiaba
« Risposta #13 il: Agosto 08, 2009, 18:47:09 Sab »
Secondo me tu 6 fuori come una  campana  che  quando suona trasforma tutto in un orgasmo.  ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;)Hai un modo di vedere le cose, di sentirle e di comunicarle che se le vivessi anche così, la tua CH scomparirebbe.
Ho quasi la sensazione  che la tua CH avrà una vita breve e spero tanto di avere ragione o  comunque te lo auguro; però se dovesse passare devi restare con noi  :-* :-* :-*

Skianta che bella cosa che mi hai scritto, ti ringrazio per la pelle d'oca che mi hai regalato.
Non potrei mai andarmene da qui, a maggior ragione se dovessi VERAMENTE guarire, sarei qui con voi a cercare di contagiarvi tutti, tutti, tutti, senza tregua.

E tralaltro siete l'unica tossicodipendenza dalla quale non ho nessunissima intenzione di disintossicarmi ;)

 :-* :-*

Lidia Gandellini     OUCH Italia (onlus)
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