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Camino
Un camino che perfora
la regolarità matematica
delle tegole rosse.
Fallo annerito che si tende
a violentare cieli
troppo esperti e azzurri.
Sentinella abbandonata,
obelisco senza bassorilievi,
muto amante in eterna attesa.
CittÃ
Antenne come scheletri
della tua anima, vecchia città .
I tuoi muri rossi conobbero
ben altri fasti, ben altre gioie.
LÃ , in un angolo buio,
un cervello marcisce
in un cucchiaino annerito,
amore crocifisso
da un ago ormai spuntato.
Gocce di sangue veleno
stillano da rami contorti.
Nelle piazze non più risa,
ma singhiozzi spenti
dentro mani bianche.
Io non ti rinnego,
matrigna ed amante,
ma gia lo fanno
le tue figlie disperate,
le strade e le piazze,
le case e le vie buie,
inchiodate a te, per sempre,
da sottili e lucenti chiodi.
Donne
Donne di marzo
perdute nel mare
sapore di scoglio
spruzzato di fiaba.
Donne distratte
sicure nel mare
le braccia distanti
le fronti severe.
Donne di ghiaccio
nascoste nel mare
sirene-cristallo
con unghie d’acciaio.
Donne pensose
che guardano il mare
ricordi-rimpianti
singhiozzi gridati.
E noi
E noi, idioti
che credemmo
la nostra vita
unica e sola,
noi stupiremo
davanti agli scrigni
altrui, aperti
da mani tremanti
ed affrescati
da vive lacrime
non nostre.
E resteremo
senza pianto
da prestare,
senza parole
da consolare.
Muti e vuoti
come tombe
appena scavate,
fosse ghignanti
che ci aspettano,
pazienti come tigri.
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