Mi inchino al tuo modo di raccontare una cosa.
Ci sono state cose avvenute quando non si avevano abbastanza parole per dare il nome a un pezzo di noi.
A me è successo di non crescere più.
Cosi che rimarrà per sempre nei tempi dei tempi un lato di fata smisuratamente dolce dalle smisurate lacrime e magoni inspiegabili, piena d'amore e di singhiozzi che fendono ogni angolo di vita ancora da vivere, sempre.
Anche nei sorrisi e soprattutto in quelli.
Nella rabbia che è fatta di un amore così grande da non poterla nemmeno guardare in faccia.
Quelle parole e quel nome non arriveranno, e io resterò bambina, in un modo che ormai mi appartiene al punto da non poterne fare a meno, in un modo che non ha alternative e se ne frega dei capelli bianchi e delle corazze da amazzone, da disperazione, di lava, di folli abbracci, di una passione altrimenti impossibile da sentire.
Resterò bambina, scriverò la storia raccontandola in molte storie, come sempre non lotterò ma vivrò tra la fiaba e la realtà stupendomi di ogni cosa, ogni volta, anche di questa bestia, che rivedo nell'angolo di ogni fotografia, incantandomi furiosa sulle facce che mi mostra, amando i gesti che sa strapparmi fuori.
Grazie Sten.