Autore Topic: RAPPORTO LUCE-UMORE  (Letto 10749 volte)

Offline Patrizia

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RAPPORTO LUCE-UMORE
« il: Aprile 30, 2002, 12:01:16 Mar »
QUANDO LA LUCE INFLUISCE ANCHE SULL’UMORE      
Tanti sono i fattori che concorrono al benessere psicofisico della persona, quasi tutti facilmente manipolabili per cui ben si può dire che siamo noi stessi i responsabili del nostro benessere psicofisico nella misura in cui ci assoggettiamo intenzionalmente ad un certo programma alimentare o modifichiamo un determinato stile di vita.
Gli unici fattori non manipolabili sono quelli meteorologici come l’alternanza delle stagioni, l'irraggiamento solare, le escursioni termiche, la pressione atmosferica e l’azione e la variazione degli agenti atmosferici. Tali fenomeni influiscono significativamente sul benessere personale tanto da causare in certi soggetti più sensibili specifiche meteoropatie, disturbi determinati dall’influenza di fenomeni meteorologici sul nostro organismo. Il fenomeno meteorologico di maggior portata per la modificazione e lo sviluppo del ciclo vitale degli esseri umani è la luce solare. Il nostro organismo riceve l’intera gamma delle onde luminose attraverso la pelle e attraverso gli occhi. Le radiazioni che penetrano attraverso gli occhi vengono trasformate in impulsi elettrici e trasmessi tramite il nervo ottico al cervello. Quando gli impulsi raggiungono l’ipotalamo si assiste ad un incremento della serotonina, neurotrasmettitore deputato, tra l’altro, al controllo del tono dell’umore, mentre a livello dell’epifisi inibiscono la produzione di melatonina, un ormone sensibile al ciclo luce-buio. Pur riconoscendo che il meccanismo dell’azione della luce sul cervello sia scientificamente ancora poco conosciuto l’evidenza clinica riscontra una significativa alterazione del tono dell’umore in presenza della variazione della quantità  di luce a cui la persona è esposta. Infatti il tono dell’umore sembra diminuire quanto più ci si allontana dall’equatore per cui possiamo trovare un maggior numero di persone più tristi nelle regioni nordiche che nelle regioni meridionali e parimenti un maggior buonumore d’estate che d’inverno. Una carente esposizione alla luce solare durante il periodo autunno-inverno procura a certi soggetti un decremento così importante del tono dell’umore tanto da diagnosticare un "disturbo dell’umore ad andamento stagionale".
Le persone che soffrono di depressione ad andamento stagionale accusano durante tale periodo pure mancanza di energia, affaticabilità , basso desiderio sessuale, sonnolenza oppure difficoltà  di risveglio mattutino, aumento dell’appetito con particolare predilezione di dolciumi o pasta, tendenza all’evitamento e al ritiro sociale. Negli Stati Uniti dal 1992 ed in Inghilterra dal 1995 il disturbo dell’umore ad andamento stagionale nella sua fase depressiva si cura, con un successo terapeutico riferito dalla letteratura scientifica del 75- 85% tramite la light therapy. Si tratta di un trattamento terapeutico non farmacologico di prima scelta che consiste nella somministrazione di intensi livelli di luce tramite un sofisticato sistema di illuminazione, composto di speciali tubi fluorescenti ad avanzata tecnologia, che diffondono attraverso uno schermo a piano inclinato luce ad ampio spettro, sovrapponibile a quello solare, con temperatura dei colori identica a quella diurna. Tale apparecchiatura in possesso di qualificati professionisti certificati (psicoterapeuti o psichiatri) viene utilizzata ambulatoriamente solo dopo una accertata diagnosi di disturbo dell’umore ad andamento stagionale e nei casi in cui esistano i prerequisiti per tale trattamento. Come agisce sul paziente affetto da depressione stagionale la somministrazione di luce ad alta intensità ? Sembra che la luce-terapia incida sui livelli ematici della melatonina, abbassandoli, aumenti l’efficacia della serotonina e di altri neurotrasmettitori correlati inversamente alla sintomatologia depressiva. Al tempo stesso la somministrazione di luce ad amplio spettro anticipa l’orologio biologico che regola il ritmo veglia-sonno che nei pazienti depressi pare abbia una desincronizzazione interna in ritardo di fase rispetto all’ambiente esterno per cui l’organismo non sarebbe in grado di adattarsi prontamente alle rapide variazioni del fotoperiodo.
La terapia della luce viene sempre decisa ed attuata in conformità  della valutazione clinica e relativamente alla conseguente diagnosi psicopatologica pertanto non si riscontrano significativi effetti collaterali che tuttavia possono essere previsti già  in corso di valutazione e d’altra parte possono venire ridotti durante le sessioni terapeutiche agendo eventualmente sulla intensità  di luce e sulla distanza dalla sorgente luminosa.  Recentemente l’uso della luce come terapia si sta espandendo per la cura di numerose psicopatologie ad andamento ciclico come la cefalea a grappolo (v. P. ZUCCONI, Quel tremendo mal di testa, Diagnosi & Terapia, giugno 1995, p. 3).
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Offline Sten

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Molto, molto interessante...
« Risposta #1 il: Aprile 30, 2002, 18:01:34 Mar »
Grazie Patrizia.

Un Bacione

 :-* :-* :-* :-* :-* :-* :-* :-* :-* :-* :-* :-*
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Offline Riccardo

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Re: RAPPORTO LUCE-UMORE
« Risposta #2 il: Aprile 30, 2002, 18:07:43 Mar »
...e cosi' la CH sarebbe una psicopatologia eh?

Passi ad andamento ciclico.... e va bene.... ma
psicopatologia no!

La mettiamo alla stregua dello sdoppiamento della personalità , di comportamenti psicotici piu' famosi e diffusi come depressione maniacale, psicosi assortite di labilità /deficienza/deviazione mentale!!!!!  Eh no porco ca@@o!  Psicopatico sarà  chi lo scrive. Va 'bbe che già  il cognome aiuta.... Zucconi!

 Tutto può essere la CH, ma non è certo una cosa che nasce a causa di una devianza psichica, semmai la puo' provocare!!!

*********************
scusa lo sfogo Patrizia, ma quell'ultima frase mi ha mandato in bestia.
E si, la luce ha un forte riferimento con i ritmi circadiani e la serotonina, purtroppo ci sono solo due casi conosciuti che hanno tratto beneficio da terapie del genere, checché ne dica lo Zuccone......
ma tanto vale predersi una cucchiaiata di melatonina.....

Ciao e grazie (e scusa...)
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antonio

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Re: RAPPORTO LUCE-UMORE
« Risposta #3 il: Maggio 01, 2002, 13:11:50 Mer »
.....ANCHE A ME SEMBRA UNA DEFINIZIONE ILLOGICA E ERRATA....E TI FA ANCHE UN PO inca@@are!!!!! >:(
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Offline Patrizia

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Re: RAPPORTO LUCE-UMORE
« Risposta #4 il: Maggio 02, 2002, 08:55:09 Gio »
Io comunque sono scettica sull'argomento non perchè la ch venga associata alle psicopatologie comportamentali (non come causa della malattia ovviamente, passi come punto di vista di uno psicoterapeuta, per quanto zuccone!), ma perchè ad esempio per mio padre non c'è quasi mai stata remissione, crisi un giorno si e uno no se non tutti i giorni, da gennaio a dicembre, altro che estate-inverno!!!!!!!
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Offline Sten

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Psicopatologia... Mmmm... Mmmm...
« Risposta #5 il: Maggio 02, 2002, 15:14:36 Gio »
Mumble... Mumble... Mumble...

Comprendo ben il tuo sfogo epidermico-intradurale, Riccardo, eppur... (si muove!)
Ció che dice l'illuminante (!) articolo postato da Patrizia non si allontana di molto da considerazioni giá fatte molto tempo fa dallo staff di Nappi in "Headache and Depression (Serotonin pathways as common clue)",
dove si parla proprio delle similitudini fra diverse cefalee (CH inclusa), sindromi SAD (giá triste di suo significa Seasonal Affective Disorders = Disordini Affettivi Stagionali) e Depressione in genere.
La cosa per me interessante é appunto il legame della CH con la serotonina, la luce e il tono dell'umore che, come ben sai, per me é sempre stata la via da esplorare.

Che poi si definisca la CH una psicopatologia... Mah ?...

Non di meno di quanto la depressione sia una malattia organica, ereditaria, invalidante (piú o meno tutti noi sappiamo di che cosa si parla -direttamente o indirettamente-) !

Siamo agli estremi confini della chimica del pensiero, lá dove la materia (grigia in questo caso) crea l'intangibile (pensieri, emozioni... ...) e viceversa...

Penso sinceramente che a monte, molto a monte, ci siano delle origini comuni...

É stato interessante per me riflettere sul mio rapporto con la luce (só di essere un "Crepuscolare").


Ciao


 ??? ??? ??? ??? ??? ??? ??? ??? ??? ??? ??? ??? ???
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Offline Patrizia

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Re: RAPPORTO LUCE-UMORE
« Risposta #6 il: Maggio 02, 2002, 15:34:24 Gio »
Sten, mi sembra tu abbia centrato in pieno, infatti nell'articolo originario (che io ho ridotto perchè troppo lungo da postare, eliminando forse parti importanti) si parlava proprio di SAD e depressione..... (chi volesse leggerlo per intero lo trova su internet e c'è anche l'articolo specifico per la ch, che io non vi ho riportato)...
Ora, è chiaro, purtroppo, che la ch sia altro da questo, ma si trattava solo di un punto di vista neuropsichiatrico su possibili effetti della ch....... (chi
Non c'è altro, personalmente ritengo che in quanto a forza avete tutto da insegnare e siete da prendere ad esempio (molto meno basterebbe a buttare giù la maggior parte dell'altra gente) e ripeto che per me il limite dell'articolo sia la sua veridicità ....
come vi spiegate altrimenti che mio padre non ha quasi mai avuto remissione?
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Re: RAPPORTO LUCE-UMORE
« Risposta #7 il: Maggio 02, 2002, 16:01:39 Gio »
Forse Sten si riferisce a questo:
(se servirà  a non togliere parti del testo, stavolta userò due post)

CEFALEA A GRAPPOLO E DISTURBI PERIODICI DELL'UMORE - TERRENO BIOLOGICO COMUNE

Centro Cefalee e Dipartimento di Scienze Neurologiche, Università  di Pavia, Istituto Neurologico C. Mondino.

Disordini caratterizzati da meccanismi patogenetici apparentemente differenti, quali la cefalea a grappolo (cluster headache, CH), il disturbo bipolare dell’umore, ed il disturbo stagionale dell’affettività  (seasonal affective disorder, SAD, o winter depression) sembrano presentare numerose affinità , come suggerito dalla stessa osservazione clinica e da una serie di convincenti evidenze sperimentali.
Tutte e tre le forme, in primo luogo, offrono a considerare un pattern temporale caratteristico, con manifestazioni cliniche ad andamento periodico o ciclico, che talora assumono una franca ricorrenza stagionale. Gli attacchi dolorosi della CH, almeno nella variante episodica, tendono infatti a presentarsi, soprattutto nelle stagioni intermedie, in ragguppamenti (grappoli) di varia durata, nell’ambito dei quali le crisi occorrono con regolarità  "da orologio". Analogamente, oscillazioni dell’asse timico più o meno frequenti (switches) caratterizzano le altre due patologie, con una maggiore vulnerabilità  ai disturbi durante il periodo invernale nel caso della SAD. Per il loro caratteristico profilo temporale, CH, SAD e disturbi bipolari dell’umore si propongono pertanto come modelli di alterazione dell’ordine temporale interno dell’organismo (cronopatologia).
Con riferimento ai fattori di "trascinamento" (entraining factors), quelli che giocano un ruolo nel precipitare le crisi dolorose nella CH, quali ad esempio le alterazioni del ritmo sonno-veglia, le modificazioni geoclimatiche, e i life-events di tipo familiare e/o lavorativo, sono spesso associati alle manifestazioni cliniche delle altre due forme. Studi condotti nella CH hanno inoltre documentato la presenza, anche in fase asintomatica, di alterazioni dell’organizzazione delle fasi del sonno, ed è noto che modificazioni della durata e della qualità  del sonno rappresentano aspetti clinici di fondamentale importanza nei disturbi dell’umore.
Vi sono poi aspetti biologici sovrapponibili in questi disordini: nella CH è possibile osservare un sovvertimento dei ritmi circadiani nocicettivi (soglia del dolore), autonomici (ritmo cardiaco delle 24 ore), e neuroendocrini (secrezione di LH, testosterone, ACTH, cortisolo), e questi aspetti, in particolare quelli endocrini (iperattività  dell’asse ACTH-cortisolo), sono ben documentabili anche nei disturbi dell’umore.
Dal punto di vista della risposta ai trattamenti farmacologici, è poi noto che il litio, farmaco di elezione nei disordini periodici dell’affettività , rappresenta uno dei più efficaci presidi nella terapia profilattica della CH. Il litio, così come altre molecole utilizzate nella terapia (verapamil, fluoxetina, melatonina) è peraltro in grado di interferire significativamente con varie funzioni biologiche circadiane nell’animale da esperimento.
Molte delle modificazioni stagionali che si manifestano negli esseri viventi sembrano essere collegate ad alterazioni fotoperiodiche, ed in particolare alla durata delle fasi di esposizione alla luce o al buio. L’integrazione di queste funzioni è resa possibile dal normale funzionamento di oscillatori o sincronizzatori biologici, verosimilmente localizzati a livello ipotalamico. La secrezione della melatonina, sensibile alle variazioni luce-buio, possiede probabilmente un pattern bimodale, dettato dalla presenza di un oscillatore per la luce ed uno per il buio. Alterazioni del ritmo di secrezione di questo neuroormone sono state documentate a carico tanto della CH (ridotti livelli notturni) che della SAD (ritardi di fase), e la possibilità  di normalizzarne il ritmo di secrezione con la fototerapia rappresenta un ulteriore motivo di affinità  fra queste forme cliniche. La melatonina potrebbe quindi rappresentare un marker di patologia discronica da utilizzare nella diagnosi e nel monitoraggio della risposta a trattamenti farmacologici in pazienti con CH o disturbi dell’affettività .


« Ultima modifica: Gennaio 01, 1970, 01:00:00 Gio da 1045782000 »
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Re: RAPPORTO LUCE-UMORE
« Risposta #8 il: Maggio 02, 2002, 16:52:06 Gio »
Sí il campo di indagine é piú o meno questo, ma si tratta di cose note sin dalla fine degli anni '80.
Quello che mi stupisce é che emergano sul web solo ora.

In fondo sappiamo ormai che l'ipotalamo (fonte cerebrale delle ns disgrazie a grappolo) é (fra le altre cose) il nostro OROLOGIO INTERNO, e quindi non mi stupisce che la CH abbia delle similitudini con altre patologie di carattere ciclico (nel libro che citavo si faceva anche menzione alla sindrome mestruale).

Nel caso del tuo papá, l'assenza di cicli in senso stretto puó essere vista come l'estremo patologico di una distribuzione statistica molto vasta:in altre parole la differenza fra essere in ciclo e il non esserlo era inesistente!
Un po' paradossale ma non lontano da una certa logica se ci pensi.

 :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D

Inoltre, penso che siano interessanti i riferimenti del 1 articolo relativamente al rapporto con il desiderio sessuale (da lui citato con fenomenologia inversa), la tendenza all'isolamento, la voglia di carboidrati (pasta e dolci)... ...

Insomma tutte cose che da sempre intravedo collegate insieme come acini di un grappolo, anche se non capisco né il come né il perché.


 :-* :-* :-* :-* :-* :-* :-* :-* :-* :-* :-* :-* :-*
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Re: RAPPORTO LUCE-UMORE
« Risposta #9 il: Maggio 03, 2002, 12:47:36 Ven »
Che non lo capisca tu, passi, è quando non lo capisce chi starebbe lì per curarti che il discorso si fa triste!
Leggi qua, l'articolo dovrebbe essere recente ed esclude il nesso tra clima e emicrania (non cefalea a grappolo)....

"Mal di testa: il clima c'entra poco.
Sì invece le sostanze chimiche contenute in alcuni cibi, come cioccolato, formaggio e dadi da cucina. Il mal di testa cronico colpisce oltre il 10% della popolazione in Italia.
L’inverno con le sue basse temperature e l’umidità  non può essere di per sé considerato responsabile degli attacchi di emicranie che colpiscono oltre il 10% degli Italiani. "Non ci sono prove scientifiche che dimostrino come le variazioni atmosferiche possano essere esponsabili di attacchi di emicrania", ha spiegato il Gennaro Bussone, direttore del centro cefalee dell'Istituto Nazionale Neurologico Carlo Besta di Milano. Quindi, lascia intendere il medico, la frequente connessione che i pazienti fanno tra cattivo tempo e mal di testa sarebbe solo di natura psicologica.

I cibi invece hanno molto più a che fare con le emicranie. “Attenti a cioccolata e formaggio perché liberano amine che diventano competitive con la serotonina, fondamentale per lo stimolo del dolore�?, ha detto lo studioso. Bussone sconsiglia caldamente anche l’uso di glutammato in cucina (è uno dei principali ingredienti dei dadi), e fa notare che il cibo cinese è di solito ricco di questa sostanza usata per ‘arrotondare’ il sapore. Anche il vino, specie se bevuto in grande quantità , gli alcoolici in generale e il fumo possono favorire lo scatenarsi di cefalee.

Il cosiddetto ‘mal di testa’ comprende ben 150 patologie di entità  e natura completamente diversa tra loro. La più comune è l’emicrania, che colpisce circa il 12% degli italiani, soprattutto donne. Per questo tipo di patologia esistono fortunatamente analgesici molto efficaci. Ben diversa la situazione per la cosiddetta cefalea ‘a grappolo’ (dall'inglese cluster headache ), che è poco comune e colpisce soprattutto maschi. Gli attacchi in questo caso sono quasi insopportabili, e le medicine comuni non fanno nulla. Esistono network internazionali di pazienti che soffrono di questa grave forma per scambiarsi informazioni su medicinali e terapie alternative. Un altro gruppo di cefalee sono quelle tipo tensivo, causate dall’eccessiva tensione della muscolatura del collo. Queste colpiscono una porzione molto ampia della popolazione, anche se non hanno l’effetto invalidante delle altre due patologie."

 
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Offline Sten

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Re: RAPPORTO LUCE-UMORE
« Risposta #10 il: Maggio 03, 2002, 15:25:04 Ven »
La contraddizione é nell'affermazione: " il clima non c'entra... Quindi, lascia intendere il medico, la frequente connessione che i pazienti fanno tra cattivo tempo e mal di testa sarebbe solo di natura psicologica ".

Se accettiamo il fatto che il pensiero in sé sia un fenomeno chimico pensiamo che la NATURA PSICOLOGICA provenga da qualche insondabile recesso della MAGIA NERA?

Direi che invece la sensazione che i cefalagici hanno che il clima influisca sul dolore, in qualche modo, conferma l'ipotesi che cefalee primarie e fenomeni dell'umore (guarda caso c'é sempre di mezzo la beata Seroronina) sia fortemente collegati (si tratta solo di capire come e perché in una logica di cause-effetti diretti-indiretti).

La mia é un'opinione PROFANA e, probabilmente, PROFANATORIA, ma il dire che il magnesio contenuto nella cioccolata ad esempio (vale per l'emicrania) ha delle ripercussioni chimiche NOTE e RISCONTRATE SCIENTIFICAMENTE, non puó in lacun modo escludere la possibilitá che il clima, attraverso un'azione sui centri dell'umore, genera i presupposti per accessi dolorosi in soggetti predisposti.
Sarebbe come dire che la realtá non esiste finché non é provata scientificamente (l'umanitá avrebbe cominciato ad esistere solo un paio di secoli fa allora).

Quello che manca troppo spesso é l'onestá intellettuale di ammettere l'ignoranza  che ancora regna in qualsiasi campo del sapere umano (se cosí non fosse vivremmo in un nuovo Eden), non ultimo proprio quello in esame:
La comprensione del Cervello Umano (dove siamo tutt'ora solo all'inizio di una delle piú grandi sfide dell'umanitá)!


 ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;)

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Re: RAPPORTO LUCE-UMORE
« Risposta #11 il: Maggio 03, 2002, 21:48:17 Ven »
Sten, sei GRANDE GRANDE GRANDE! :-*
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