Autore Topic: CEFALEA A GRAPPOLO: UN PROBLEMA DI INADEGUATEZZA ASSISTENZIALE  (Letto 25650 volte)

Offline Don

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Cara family,

questo report tratta di un tema spiacentemente ancora attuale.
Scusate, e un pò lungo, però molto interessante - visto che parla della nostra situazione attuale:

Ritardo di diagnosi, corretta diagnosi, l'odissea di essere mandati da un medico all'altro inutilmente - aspettando ANNI per avere la diagnosi corretta.
Per esempio, il problema dei denti, che in molti casi vengono estratti senza motivo, peggiorando cosí la situazione dei sofferenti.

Buona lettura - DON


Rassegna

Confinia Cephalalgica 2008;XVI(2)

Cefalea a grappolo: un problema di inadeguatezza assistenziale

Paolo Rossi

Centro Interuniversitario Cefalee e Disordini Adattativi (UCADH, sezione di Pavia), IRCCS Fondazione “Istituto Neurologico C. Mondino”, Pavia

Sebbene siano disponibili precisi criteri diagnostici, il paziente affetto da cefalea a grappolo si ritrova spesso orfano di aiuto medico.
L’autore concorda con gli specialisti del settore sulla scarsa consapevolezza medica rispetto a questa forma di cefalea e pone alcune riflessioni sul management diagnostico della cefalea a grappolo.
In conclusione ritardi e difficoltà sembrano doversi attribuire ad un problema di inadeguatezza assistenziale mettendo in risalto la necessità di dare maggior spazio alla formazione e all’aggiornamento professionale mirato.

INTRODUZIONE

Tra i diversi problemi che il medico si trova ad affrontare nel management della cefalea a grappolo (CG), quello della diagnosi differenziale è probabilmente il meno complesso.
Le caratteristiche cliniche della CG sono infatti così straordinariamente uniche, distintive e stereotipate (ovvero molto simili da paziente a paziente) che non riconoscerla rappresenta per il medico una grave colpa.

In teoria, se si tenessero bene in mente i tre elementi clinici distintivi della CG (tabella 1),
 
a) il pattern di presentazione temporale (ricorrenza circaannuale con periodi di attivazione e remissione, nella forma episodica, ricorrenza circadiana del dolore ad orari ed in circostanze precise, con crisi spesso notturne),
b) le caratteristiche del dolore (unilateralità, durata breve, di solito inferiore alle 3 ore, intensità molto elevata, inizio e fine brusca),
c) i sintomi di accompagnamento (locali, quali lacrimazione, arrossamento oculare, rinorrea, congestione nasale, ptosi palpebrale etc, e generali, la sensazione di irrequietezza o smania di muoversi che accompagna il dolore), un’anamnesi dettagliata ed un buon esame fisico sarebbero sufficienti per arrivare facilmente alla diagnosi (1).

Con queste premesse il processo di diagnosi differenziale dovrebbe limitarsi:

a) all’esclusione di quelle forme, molto rare, che condividono con la CG almeno in parte gli elementi patogenetici (coinvolgimento ipotalamico ed attivazione del sistema trigeminovascolare) e di riflesso il quadro clinico (facciamo riferimento alle altre cefalee trigeminoautonomiche quali Hemicrania parossitica e sindrome SUNCT ed all’Hemicrania continua):

b) al riconoscimento di quelle cefalee rare che presentano una sovrapposizione parziale, ovvero che interessa solo uno degli
elementi clinici distintivi della CG (quali la cefalea ipnica e la nevralgia sovraorbitaria):

c) alla diagnosi di quelle forme di cefalea che si manifestano con un quadro clinico simile alla CG ma che sono secondarie a patologie del cranio o del collo (cefalea clusterlike o cefalea a grappolo sintomatica) (2).

 Tabella 1. Cefalea a grappolo: criteri diagnostici (Classificazione Internazionale delle Cefalee, 2° ed. Cephalalgia 2004; 24 (Suppl. 1))

A. Almeno 5 attacchi che soddisfino i criteri B-D.

B. Dolore di intensità forte o molto forte, unilaterale, in sede orbitaria, sovraorbitaria e/o temporale,   della durata di 15 180 minuti (senza trattamento).1

C. La cefalea è associata ad almeno uno dei seguenti sintomi o segni:

1. iniezione congiuntivale e/o lacrimazione omolaterali
2. ostruzione nasale e/o rinorrea omolaterali
3. edema palpebrale omolaterale
4. sudorazione facciale e frontale omolaterale
5. miosi e/o ptosi omolaterali
6. irrequietezza o agitazione

D. La frequenza degli attacchi è compresa tra uno ogni due giorni e 8 al
giorno.2

E. Non attribuita ad altra condizione o patologia.3

1 Durante il decorso della malattia (comunque per meno tempo della metà della sua durata) gli attacchi possono essere di minore intensità e/o di durata inferiore o superiore a quella indicata.

2 Durante il decorso della malattia (comunque per meno della metà della sua durata) gli attacchi possono avere una frequenza minore rispetto a quella indicata.

3 L’anamnesi, l’esame obiettivo generale e neurologico non suggeriscono alcuna condizione o patologia elencate nei gruppi 5-12, oppure l’anamnesi e/o l’esame obiettivo generale e/o l’esame obiettivo neurologico ne suggeriscono la presenza, ma questa viene esclusa da appropriate indagini strumentali, oppure ancora la condizione o patologia è presente, ma gli attacchi di cefalea non si manifestano per la prima volta in stretta relazione temporale con essa.
In pratica però, questo tipo di inquadramento rappresenta soltanto un’ utopia degli specialisti.
 
Negli ultimi 10 anni, diversi studi che hanno valutato l’efficienza dei sistemi sanitari nel garantire ai pazienti affetti da CG una diagnosi tempestiva e l’adozione delle misure terapeutiche più adeguate hanno chiaramente documentato come tra la prospettiva specialistica illustrata prima e la prospettiva realistica esiste una frattura enorme.

Come già dimostrato per l’emicrania (3), anche la cefalea a grappolo è una patologia “sottodiagnosticata e gestita in maniera subottimale” (4).
Gli specialisti non troppo distratti dall’esaltazione miracolistica di tecnoterapie sono concordi nel riconoscere che la mancanza di consapevolezza medica sulla CH rappresenta un’emergenza e che l’implementazione della formazione e dell’aggiornamento professionale mirato su questa patologia costituiscono una priorità non differibile.
La cefalea a grappolo è soprattutto un problema di inadeguatezza assistenziale.

CEFALEA A GRAPPOLO: UN PROBLEMA DI INADEGUATEZZA ASSISTENZIALE

Negli ultimi anni, nei paesi occidentali, diversi ricercatori si sono occupati, soprattutto nel settore delle cefalee, dell’identificazione di eventuali “barriers to care” ovvero ostacoli ad una gestione ottimale delle diverse patologie.
Questi studi possono essere visti come propedeutici ad una fase di pianificazione finalizzata ad un uso più corretto delle risorse sanitarie e sono particolarmente importanti in patologie quali la cefalea a grappolo in cui la diagnosi è semplice e non richiede particolari ausili strumentali e le terapie disponibili sono efficaci nella maggior parte dei pazienti.

Tutte le valutazioni effettuate finora nella CG sono concordi nello stabilire la presenza di importanti ostacoli ad un management ottimale dei pazienti (5, 6, 7).
In Italia mancano dati specifici a riguardo.

Con l’intenzione di acquisire informazioni relative ai percorsi assistenziali seguiti dai pazienti affetti da CG e di identificare eventuali ritardi diagnostici ed errori di gestione terapeutica, abbiamo sottoposto 100 pazienti (71 uomini, 29 donne, età media 40.2 ±9 anni, CG episodica= 89 CG cronica= 11), afferiti consecutivamente presso il Centro Cefalee dell’INI di Grottaferrata dal Giugno 2003 a Maggio del 2006, ad una intervista semistrutturata mirata su questi argomenti.
Di seguito riportiamo i risultati principali di questo studio (tabella 2), nel contesto dei dati rilevati in altri paesi.

Tabella 2. Indicatori di efficienza diagnostica e terapeutica nella cefalea a grappolo (100 pazienti visitati tra il 2003 ed il 2006 presso il Centro Cefalee INI Grottaferrata)
tempo per ricevere la diagnosi corretta 7.3 ± 8 anni

pazienti che ricevono la diagnosi al primo episodio
10 %
pazienti che ricevono la diagnosi entro 3 anni dall’esordio
35%
pazienti che consultano il medico al primo episodio
70%
numero di specialisti consultati prima di ricevere la diagnosi 2.9 ±2

numero di pazienti che riferisce di avere ricevuto una
o più diagnosi errate prima della diagnosi corretta
62%
diagnosi errate ricevute dai pazienti affetti da CG
Sinusite 17%
Nevralgia trigeminale 13%
Problema dentario 12%
Emicrania 10%
pazienti che hanno effettato un esame di imaging prima della diagnosi
62%
Pazienti che hanno effettuato più di 4 esami strumentali prima della diagnosi
20%

pazienti che hanno ricevuto trattamenti di prima scelta per
la CG prima della visita presso il centro cefalee
Imigran fl 55%
O2 31%
Verapamil 41%
Carbonato di Litio 21%
Cortisone 32%

operatore sanitario che effettua la diagnosi
Centro Cefalee 60%
Neurologo 24%
Altro specialista 7%
Auto-diagnosi 6%
Medico di base 3%

Il tempo medio per formulare la diagnosi varia dai 3 anni dell’Olanda (popolazione non clinica) ai circa 7 di USA (popolazione non clinica), Inghilterra (popolazione mista, clinica e non) e Italia.
Sebbene in Inghilterra, i dati a disposizione suggeriscano un netto miglioramento nella tempestività della diagnosi dagli anni 60 (tempo medio alla diagnosi 22 anni) agli anni ‘90 (tempo medio alla diagnosi meno di 3 anni) il ritardo diagnostico sembra comunque inaccettabile.
I dati ottenuti presso il nostro centro ci indicano che solo il 10% dei pazienti riceve la diagnosi al primo attacco di cefalea a grappolo e che solo il 35% dei pazienti riceve la diagnosi corretta entro 3 anni dall’esordio.

Se tale è il ritardo diagnostico è facile ipotizzare che in un dato momento temporale, la maggior parte dei pazienti affetti da CG non ha diagnosi, ovvero non sa di che patologia soffre.

Questo timore è stato recentemente confermato in uno studio epidemiologico italiano condotto a Parma  in cui solo il 38% dei pazienti con CG identificati dai ricercatori aveva già ricevuto la diagnosi corretta (per tutti effettuata da specialisti neurologi).

Quali sono i motivi del ritardo diagnostico?
E’ colpa del paziente che non va dal medico o è colpa del medico che non la diagnostica?

I nostri dati indicano che il 70% dei pazienti consulta un medico al primo attacco e che il 95% lo fa al secondo attacco.
L’88% si rivolge, in prima istanza, al medico di medicina generale ed il 10% va da un dentista. Pertanto la prima ipotesi è da scartare.
I pazienti vanno tempestivamente dal medico. Anzi, tutti i dati sono concordi, indipendentemente dalla nazione in cui sono stati rilevati, che negli anni che intercorrono tra l’esordio e la diagnosi, il paziente comincia un pellegrinaggio tra studi medici.
In Italia, come nei paesi anglosassoni, ogni paziente viene visitato di media da tre medici prima di ricevere la diagnosi.
Gli specialisti più consultati in Italia sono gli otorinolaringoiatri (47%), i dentisti (37%), gli operatori di medicine alternative (28%), gli oculisti (16%) ed incredibilmente gli allergologi (14%) (in Inghilterra ed Olanda, con piccole deviazioni percentuali sono coinvolti lo stesso tipo di specialisti).

In questo girovagare tra specialisti i pazienti ricevono spesso etichette diagnostiche errate e, conseguenzialmente procedure terapeutiche inutili, spesso invasive.
In Inghilterra la metà dei pazienti con cefalea a grappolo che va da un dentista o da un otorino, subisce un intervento chirurgico quali estrazioni dentarie, correzione di deviazione del setto nasale etc. (7).
Nel nostro studio il 62% dei pazienti riferisce di avere ricevuto una diagnosi errata, il 16% riferisce di averne ricevuta più di una (negli USA la media è di 3.9 diagnosi ricevute prima di quella corretta).
Gli errori diagnostici più frequenti, rilevati nel nostro Centro, riflettono la tipologia di specialisti consultati e sono i seguenti: sinusite (17%), nevralgia trigeminale (13%), patologia dentaria (12%), emicrania (10%), artrosi cervicale (4%), cefalea senza ulteriore specifica (3%), disfunzione dell’articolazione temporomandibolare (3%) (anche in questo caso i dati non differiscono da quelli rilevati in altri paesi quale l’Olanda).

L’importanza degli errori diagnostici sta nel fatto che ad essi seguono di solito la prescrizione di esami inappropriati (il 62% dei pazienti afferenti al nostro Centro ha effettuato un esame di imaging prima di ricevere la diagnosi ed un paziente su 5 ha effettuato almeno 4 esami strumentali), di terapie errate e la mancata prescrizione di terapie documentate come efficaci.

In Italia, Olanda, USA e UK, meno della metà dei pazienti riceve la prescrizione dei farmaci sintomatici o di prevenzione di prima scelta (Ossigeno, sumatriptan fiale, verapamil, litio, cortisone), mentre la metà o più viene consigliata di assumere farmaci inefficaci (amitriptilina, beta-bloccanti, flunarizina, antidolorifici).

Resta un quesito da chiarire. Chi fa la diagnosi corretta?

In Italia, nell’88% dei casi la diagnosi viene fatta da specialisti neurologi, per la maggior parte operativi presso un Centro Cefalee (60%) e solo il 3% delle diagnosi viene fatta dal medico di medicina generale, percentuale più bassa delle autodiagnosi (6%).

Nel Regno Unito la percentuale di diagnosi fatte dal medico di medicina generale è più alta (20% vs. 60% effettuate da neurologi) ed in crescente aumento nel corso dei decenni, probabilmente a seguiti di interventi di formazione mirati.

In questo paese il 13% arriva ad un autodiagnosi, prevalentemente attraverso documentazione reperita sul web, a testimonianza della semplicità della diagnosi e dello straordinario potenziale educativo delle campagne di informazione.

Con queste premesse, il pragmatismo britannico ha portato al convincimento che, aldilà dei programmi di formazione sui medici di base e altre figure professionali, il modo più rapido per migliorare l’efficienza della sanità in relazione alla cefalea a grappolo è inviare tutti i casi dubbi al neurologo.

WE ARE ONLY HUMANS

Il nostro studio ha il limite di essere stato condotto su una popolazione clinica, afferente ad un centro specialistico, e come tale non è rappresentativo dell’intera popolazione di pazienti affetti da CG.
E’ probabile, infatti, che i pazienti che si recano a visita presentino forme più severe ed esigenze assistenziali più importanti, anche se nella cefalea a grappolo, rispetto ad altre cefalee primarie, l’esistenza di forme attenuate ed autogestite costituisce un eventualità infrequente.
 
In relazione allo scopo della nostra indagine, l’utilizzo di una popolazione clinica ha probabilmente portato ad una sottostima delle problematiche di adeguatezza assistenziale e come tale lo scenario proposto potrebbe avere tinte meno fosche di quello reale.

Con questi limiti metodologici i nostri dati indicano chiaramente che in Italia, come nel resto dei paesi occidentali, l’attuale organizzazione e preparazione dei servizi sanitari non è in grado di garantire tempestività diagnostica e management clinico adeguato ai pazienti affetti da cefalea a grappolo e che gli ostacoli ad una gestione ottimale sono sollevati soprattutto dai medici.

Traducendo liberamente quanto scritto ventotto anni fa da Packard (9) in un articolo riflessione sulle esigenze dei pazienti affetti da cefalea ed adattando le considerazioni alla cefalea a grappolo, la situazione non può essere descritta con parole migliori di queste: “il paziente affetto da cefalea a grappolo si ritrova spesso orfano di aiuto medico.
Nella sua ricerca di figure di riferimento girovaga negli studi di oculisti, otorini, neurologi, dentisti, psichiatri, allergologi, chiropratici, omeopati e sperimenta le pratiche salutiste, di volta in volta più in voga.
Mette occhiali, viene radiografato, analizzato, massaggiato, manipolato, punto, infiltrato, reso consapevole di improbabili intolleranze alimentari, messo a dieta, aerosolizzato, mette colliri, gocce, estrae denti, lima il setto nasale, adatta i turbinati, si fa una cultura sulla anatomia dei turbinati, prende farmaci inutili e troppo spesso riemerge con la sua cefalea intatta e molto molto sfiduciato...” (9)

Ad oggi abbiamo a disposizione criteri diagnostici universalmente riconosciuti e di semplice applicabilità, una buona conoscenza dei meccanismi fisiopatologici ed un discreto armamentario di presidi terapeutici.
Il problema è che questo bagaglio culturale resta inapplicato e patrimonio di pochi specialisti.
Le cause principali di questo stato delle cose sono probabilmente quattro.

In primis, la bassa prevalenza della cefalea a grappolo con conseguente scarsa esperienza clinica specifica da parte di non specialisti.

Secondo, c’è un’oggettiva mancanza di formazione adeguata nel corso di laurea e specializzazione nonché di programmi educativi mirati postlaurea.

Terzo, la CG attrae pochi finanziamenti ed interessi commerciali (se non esistesse un terreno biologico in parte comune con l’emicrania difficilmente sarebbero stati individuati farmaci sintomatici efficaci).

In ultimo, c’è un diffuso e pericoloso pregiudizio culturale che porta, in tutte le forme di cefalea, ad una soprastima delle forme secondarie per una deviazione antropologica che conduce a l’uomo a ricondurre il poco noto a spiegazioni note e famigliari e per una tendenza a far valere l’equivalenza tra sede del dolore e causa, per cui ad esempio se è l’occhio che fa male a livello dell’occhio deve essere la malattia.

Come sanare questa frattura tra ricerca ed esigenze dei malati?

Parafrasando quanto scritto per l’emicrania il codice a tre cifre della soluzione è “education, education, education”.

BIBLIOGRAFIA
1.
Bahra A et al.. Cluster Headache. A prop-spective clinical study with diagnostic implica-tions Neurology 2002;58:354-361
2.
Giraud P et al. Cluster-like headache: litera-ture review. J Headache Pain 2002;3:71-78
3.
Lipton RB, et al. (Migraine diagnosis and treatment: results from the American Migraine Study II. Headache 2001:638-645. American Migraine Study II)
4.
May A. Cluster headache: pathogenesis, di-agnosis and management. Lancet 2005;366:843-855
5.
Klapper JA et al. The misdiagnosis of cluster headache: a non-clinic population-based, internet survey. Headache 2000; 40:730-735
6.
Van Vliet JA et al. Features involved in the diagnostic delay of cluster headache. J Neurol Neurosurg Psychiatry 2003;74:1123-1125
7.
Bahra A, Goadsby PJ. Diagnostic delays and mis-management in cluster headache. Acta Neurol Scand 2004;109:175-182
8.
Torelli P et al.. Cluster headache prevalence in the Italian general population. Neurology 2005;64:469-474
9.
Packard RC, What does the patients with headache want? Headache 1979;19(7):370-4
« Ultima modifica: Dicembre 09, 2009, 15:11:03 Mer da Don »
Claudio Geraci
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Re: CEFALEA A GRAPPOLO: UN PROBLEMA DI INADEGUATEZZA ASSISTENZIALE
« Risposta #1 il: Marzo 21, 2009, 19:47:21 Sab »
un mattonazzo da leggere tutto, però interessante.....se si riuscisse ad ottenere che i medici di base fossero in grado di diagnosticare la ch sarebbe tutto molto più semplice.
Grazie Don

casper ;)

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Re: CEFALEA A GRAPPOLO: UN PROBLEMA DI INADEGUATEZZA ASSISTENZIALE
« Risposta #2 il: Marzo 21, 2009, 20:01:12 Sab »
Spiacentemente è un problema che ancora esiste, anche nei centri di cefalea.

Forse aiuta ai nuovi a ottenere al più presto la diagnosi esatta.


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DON
Claudio Geraci
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Re: CEFALEA A GRAPPOLO: UN PROBLEMA DI INADEGUATEZZA ASSISTENZIALE
« Risposta #3 il: Marzo 21, 2009, 20:21:58 Sab »
sicuramente sarà d'aiuto ai nuovi  Don, la cosa più importante , la prima in assoluto è una corretta diagnosi.
Questo penso sia un altro documento da imbullonare.

casper ;)

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Re: CEFALEA A GRAPPOLO: UN PROBLEMA DI INADEGUATEZZA ASSISTENZIALE
« Risposta #4 il: Marzo 21, 2009, 22:10:23 Sab »
sicuramente sarà d'aiuto ai nuovi  Don, la cosa più importante , la prima in assoluto è una corretta diagnosi.
Questo penso sia un altro documento da imbullonare.

casper ;)

concordo...
Grazie, Don!

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Margherita Sapio
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Offline Lucius

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Re: CEFALEA A GRAPPOLO: UN PROBLEMA DI INADEGUATEZZA ASSISTENZIALE
« Risposta #5 il: Marzo 21, 2009, 23:23:18 Sab »
Grazie mille Bro'!

Luciano Patrucco
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Re: CEFALEA A GRAPPOLO: UN PROBLEMA DI INADEGUATEZZA ASSISTENZIALE
« Risposta #6 il: Marzo 22, 2009, 12:38:18 Dom »
Speriamo che effettivamente questo documento possa servire a chi ancora non ha una diagnosi corretta.
Ho sempre pensato che il ritardo nella diagnosi della mia ch fosse un caso isolato, ora mi rendo conto che è così normale da richiedere persino uno studio

  Anna Maria
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Offline Luca 73

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Re: CEFALEA A GRAPPOLO: UN PROBLEMA DI INADEGUATEZZA ASSISTENZIALE
« Risposta #7 il: Marzo 22, 2009, 19:43:41 Dom »
Speriamo che effettivamente questo documento possa servire a chi ancora non ha una diagnosi corretta.
Ho sempre pensato che il ritardo nella diagnosi della mia ch fosse un caso isolato, ora mi rendo conto che è così normale da richiedere persino uno studio

  Anna Maria

La diagnosi fatta dopo parecchi anni, purtroppo non è un fatto cosi' raro,
nel mio caso sono passati 5 anni e molti di noi sono stati vittime della superficialità e/o ignoranza di medici di base, ma ancor + grave di neurologi o ancor peggio ( come nel mio caso ) di centri cefalee.
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Re: CEFALEA A GRAPPOLO: UN PROBLEMA DI INADEGUATEZZA ASSISTENZIALE
« Risposta #8 il: Marzo 22, 2009, 19:46:00 Dom »
Don,
anche questa volta ti meriti un GRAZIE.
Sei una fonte inesauribile di informazioni utili.
 :-* :-* :-*
Luca Bonventre
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Re: CEFALEA A GRAPPOLO: UN PROBLEMA DI INADEGUATEZZA ASSISTENZIALE
« Risposta #9 il: Marzo 23, 2009, 01:45:38 Lun »
ho gia detto a molti la mia storia clinica...
per puro miracolo (o c*lo) sono arrivato alla diagnosi dopo più di un anno....
e 3 mesi mi hanno curato per emicrania.  :-[
Emanuele 3274425840
"T’insulteranno a gran voce e tu ridi
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Se ti picchieranno e t’imporranno divieti
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I Consigli di un pirla - Articolo 31

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Re: CEFALEA A GRAPPOLO: UN PROBLEMA DI INADEGUATEZZA ASSISTENZIALE
« Risposta #10 il: Marzo 23, 2009, 12:39:45 Lun »
Grazie fratellino,
sei sempre super operativo!!!!
 :-* :-* :-*
Lo cierto es que no me interesa nada que sea lineal, recto. No me interesa nada que avance limpiamente de un punto a otro, y se sepa perfectamente que esa linea comenzò aquì y terminò allì. No. No hay que pretender nunca ser atinado y sensato y llevar una vida lineal y exacta. La vida es muy azarosa.  (P. J. Gutierrez - Anclado en tierra de nadie)

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Re: CEFALEA A GRAPPOLO: UN PROBLEMA DI INADEGUATEZZA ASSISTENZIALE
« Risposta #11 il: Marzo 24, 2009, 19:31:53 Mar »
Don,
anche questa volta ti meriti un GRAZIE.
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Offline lavinia

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Re: CEFALEA A GRAPPOLO: UN PROBLEMA DI INADEGUATEZZA ASSISTENZIALE
« Risposta #12 il: Gennaio 18, 2010, 11:56:00 Lun »
a me la cefalea a grappolo  me l hanno riconosciuta dopo 7 anni....e ho girato molti centri e molti neurologi prima che il dott Paolo Rossi a Grottaferrata me la diagnosticasse....
mi hanno levato 4 denti del giudizio...ho fatto una terapia del dolore che mi stava mettendo KO ....mi hanno messo il collare...
mi sono dovuta sentir dire che avev bisogno di uno psichiatra...
mi sono sentita dire che ero una bambina viziata e non era possibile avere quel dolore "solo x un mal di testa"...
mi sono fatta mettere 100 aghi nelle orecchie per una agopuntura fissa....
mi hanno fatto crepare x 7 lunghi anni...con medicine che mi facevano il solletico...e con medici a cui vorrei far cambiare mestiere..
Ringrazio Dio ogni giorno che almeno ora grazie all ossigeno ea quella bomba dell imigram posso almeno bloccare gli attacchi....dato che la mia cefalea è anche cronica e mi viene avvolte a destra e avvolte a sinistra,,,,,...
Forza e coraggio lo dico a me e a voi...
un abbraccio

Lavinia Savona
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Offline marcello

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Re: CEFALEA A GRAPPOLO: UN PROBLEMA DI INADEGUATEZZA ASSISTENZIALE
« Risposta #13 il: Gennaio 21, 2010, 23:42:53 Gio »
Ciao Lavinia
io sono arrivato da Paolo Rossi da poco ma mi sembra un'ottima persona.
Sono andato da lui dopo tanto girovagare e numerosi ricoveri in ospedale, quindi ti capisco. Ho preso anche io di tutto dalle solite terapie di profilassi alle infusioni continue di Tavor 4 fiale endovena per otto giorni, ho fatto il trattamento con il Propofol, poi visto che volevano anche mandarmi dai psichiatri ho detto basta, ho buttato tutto sono andato da Rossi e mi sono tenuto solamente ossigeno ed imigran che uso il meno possibile.
Cronico anche io
Ti abbraccio e per qualunque cosa puoi chiamarmi.
Marcello
Marcello
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Re: CEFALEA A GRAPPOLO: UN PROBLEMA DI INADEGUATEZZA ASSISTENZIALE
« Risposta #14 il: Gennaio 06, 2012, 16:44:01 Ven »
bonjour

sto provando la chiropratica , dopo 3 settimane di terapia mi sento molto meglio. vorrei sapere si ci sono testimonie .

bonne année a tous !

tonino