Mi ritrovo qui, a terra, con la testa ancora pulsante ma senza più l'attacco. Ho ancora nelle mani la fiala appena iniettata col piccolo ago che fino a pochi minuti fa si trovava dentro di me. Vicino a me un fazzoletto con un po' di sangue e sulla gamba ancora il buchino rosso.
Io. Io che sono così indipendente, così bisognoso di libertà mi ritrovo assoggettato a quel piccolo ed insignificante ago che per me significa troppo. Cosa significa stare bene? Cosa significa essere liberi senza pensieri?
Le lacrime che scendono dall'occhio sinistro durante l'attacco, forse non sono solo dovute a Lei. Risentono di una realtà non libera da quel fottuto mal di testa; risentono delle catene a cui sono legato ogni giorno.
A volte questa dannata testa la vorrei tagliare. Pensa troppo, lei. Pensa anche durante l'attacco. Pensa sempre, ma non risolve mai.
Tanti anni ancora mi aspettano della vita; anni felici, anni tristi, ma ci sarà sempre Lei a fare da contorno e darmi le mazzate.
Sarebbe troppo facile chiedersi "perchè?". Preferisco non chiedermi nulla, qualunque risposta sarebbe inutile. Come inutili sono troppe cose. Inutili sono tutti i medicinali di questo mondo, tanto ritornerà. Triste è prendere coscienza che le persone che ti stanno vicine e ti sostengono durante questi momenti difficili, non potranno mai capire cosa stai provando.
Ma c'è comunque qualcosa di positivo.
Positivo è che non c'è niente, in verità, che sia per sempre.
Le cose belle e le cose brutte, prima o poi, sono destinate..... a finire.
Ciao, perdonate lo sfogo.
