Autore Topic: farmaci e diritto di scelta  (Letto 3452 volte)

Offline Federico M.

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farmaci e diritto di scelta
« il: Gennaio 30, 2015, 16:11:49 Ven »
faccio il punto, vedi mio post "Eccomi di ritorno".
Tutto sommato me la cavo, un solo livello 10 il primo e poi ossigeno.
Ho individuato due ritmi uno iniziale di 5 gg. (crisi alle 11.15 ca. e uno 30 minuti ca. dopo addormento) al quale si sono aggiunti altri ritmi, accoppiate di 3 gg. con crisi ogni 50 minuti sino alle 6.30 di mattina a partire da 30 minuti dall'addormentamento ogni credo 7 gg., e un'altro ritmo non meglio definibile pomeridiano, queste cose si intrecciano e apprantemente c'è caos, le analisi riguardano 45 gg. ma sospetto che le cose stiano così, credo che quando era cronica, ci fossero ulteriori ritmi, bah.
Sto girando intorno al problema.
L'ossigeno funziona alla grande, problemini ad averlo, diciamo fastidi, in Piemonte ovviamente lo danno con la ricetta non SSN, dunque per avre il ricambio pronto devo gestirmi due 2 farmacie, la farmacia non può dare 2 bombole in contemporanea.
Problema, per ora gestisco la cosa, ma vivere normalmente con una spada di Damocle non è facile, dunque affronto l'argomento con il cardiologo che mi dice:
Visto l'infarto, anche se leggero, visto lo stent e le altre due coronarie gonfiate con il palloncino - inizia a spegarmi tutti i rischi dell'Imigran, che capisco e glielo dico - i rischi di un probabile spasmo alle coronarie a casusa dell'Imigran ci sono e io l'Imigran non glie lo do come ciambella di soccorso.
Per inciso, parla di studi e probabilità che succeda, non di certezza, e poi fa confusione e mi parla di certezza, ma qui incominciavo ad indispettirmi e lui idem.
Gli ho spiegato cosa succede al cuore con la pressione, gli ho spiegato che l'infarto l'ho avuto proprio per un attacco in un momento in cui non avevo nulla a disposizione per bloccare la CH, che il cuore pompava e lo sentivo e pi la fitta solo che la CH era a 10 e del resto non m'importava nulla, a lui non importa nulla, io sono libero di prendere l'Imigran, e al posto mio lo prenderebbe, ma lo faccio a mio rischio, solo che lui non me lo scrive neanche come soccorso e che comunque nessuno me lo prescriverà mai senza il parere di un cardiologo.
Questa cosa mi fa arrabbiare fortemente, io mi trovo bene con l'ossigeno, dubito PER ORA, di aver necessità di fare un Iniezione, ma io voglio poter prendere un treno, un aereo, con la sicurezza di una ciambella di soccorso, io voglio decidere per me stesso CONSAPEVOLE dei rischi.
PS premeva per l'Indometacina, che mi fa letteralmente il solletico e come postumi mi fa stare peggio che dopo l'Imigran e leggendo il bugiardino (mi sono limitato a questo, comunque a me non fa effetto) le controindicazioni cardilogiche mi sembrano anche più gravi e non solo quelle cordilogiche.
Federico Motta
Ricercatore, scrittore e Operatore Umanitario


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Offline Luca 73

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Re:farmaci e diritto di scelta
« Risposta #1 il: Gennaio 30, 2015, 21:31:24 Ven »
Ciao
Purtroppo l'opinione del tuo cardiologo è inconfutabile.
L'unica cosa che puoi fare è quella di provare con un altro cardiologo.
Prova a scrivere un messaggio a Siciliano 340/5530713, lui ha avuto problemi di cuore ma prende imigran, potrebbe aiutarti.
Luca Bonventre
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Offline SfInGe

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Re:farmaci e diritto di scelta
« Risposta #2 il: Gennaio 31, 2015, 14:51:06 Sab »
...

Federico è un pò la storia della patata bollente dove
 come hai potuto notare la scelta e il rischio è tutto nostro.
Non ho mai nascosto la mia antipatia per l'imigran
 fiale vuoi perchè mi fa stare malissimo e cmq
me lo hanno sempre negato( ho insistito io x averlo) concesso
solo perchè grappolata..e vuoi perchè la sua molecola
non è poi una santa!
Non è sentire un altro cardiologo che risolverà la tua scelta
ma credo bisogna proteggersi dai rischi:
*( intanto dimezzare la fiala ha la priorità di applicazione!
*( sei stabile o hai ancora disordini nella conduzione cardiaca?
*( interazione farmaci

Non sono un esperta dell'imigran e per la verità
dei triptani in generale ma la fiala mi manda il cuore
al galoppo nonostante i betabloccanti e ahimè
ho la postilla "evitare il vasospasmo" ma non significa
che dobbiamo soffrire..
Posso solo consigliarti di far parlare il tuo neurologo
col tuo cardiologo.
Sii forte
Maria




Offline Federico M.

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Re:farmaci e diritto di scelta
« Risposta #3 il: Febbraio 01, 2015, 08:34:25 Dom »
Dunque l'infarto è stato lieve, mi è arrivato in un momento parossistico di CH in cuie ro in giro e non avevo con me nulla da prendere e quasi non lo sentivo, difatti, se non fosse stato per un cardiologo Iraniano al Pronto Scoccorso che si è impuntato sui sintomi, nemmeno se ne sarebbero accorti, dall'ecg non si vedeva nulla.
Sono più che stabile da 2 anni, con la ECOCARDIO non si vede nulla: ma è sicuro di avere avuto un infarto?
Con la Scintigrafia sotto sforzo, non c'è nulla si vede l'alone del vecchio lieve infarto.
Per la cronaca, per loro esiste solo l'infarto e basta lieve o forte non cambia, e sempre per la cronaca, con l'infarto ho avuto una remissione della CH di 2 anni e 14 gg.
Non amo l'imigran e comunque anche prima dell'ossigeno ne prendevo pochissimo e comunque sono uno dei "fortunati" ai quali gli effetti collaterali sono sempre stati minimi.
Per me è semplicemente una ciambella per permettermi di fare la mia vita normalmente senza il terrore, terrore che quando avevo la CH cronica non avevo, di avere una crisi a livello 10, mi ritorna in mente quando ero in Africa e avevo 5 - 6 attacchi notturni, e 1 dopo pranzo e nessuno sapeva cosa fosse (solo un dentista Ugandese aveva intuito il problema, ma lui si scherniva dicendo che non era il suo campo e non ero andato a fondo, gli italiani in loco PRIMARI di ospedali a TO non avevano la minima idea di cosa fosse), quando picchiavo la testa contro i muri ecc. ecc. ecc.
Ho provato a dirgli che forse è il caso di fare un'incontro a 2 cordiologo e neurologo, ma il cardiologo dice che è inutile.
Il problema di fondo resta: sono io che INFORMATO devo poter decidere cosa fare.
Il loro compito è di informarmi, propormi alternative, verificare che io abbia capito cosa mi dicono e poi io decido.
In fin dei conti rientra nella libertà di scelta per il fine vita.
Federico Motta
Ricercatore, scrittore e Operatore Umanitario


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Offline AlbertoC

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Re:farmaci e diritto di scelta
« Risposta #4 il: Febbraio 01, 2015, 11:59:37 Dom »
Ciao Federico,
premetto una cosa, la pnso come te, dovresti poter essere tu a sciegliere se usare o no imigran!
Sfortunetamente però NON è esattamente così,
tu puoi sciegliere una terapia piuttosto di un'altra,
puoi anche sciegliere di non seguire nessuna delle terapie che ti vengono proposte!
Ma NON puoi decidere cosa deve includere la terapia!
Citazione
CODICE DI DEONTOLOGIA MEDICA
Art. 13
 - Prescrizione e trattamento terapeutico -
La prescrizione di un accertamento diagnostico e/o di una terapia impegna la diretta responsabilità professionale ed etica del medico e non può che far seguito a una diagnosi circostanziata o, quantomeno, a un fondato sospetto diagnostico.
Su tale presupposto al medico è riconosciuta autonomia nella programmazione, nella scelta e nella applicazione di ogni presidio diagnostico e terapeutico, anche in regime di ricovero, fatta salva la libertà del paziente di rifiutarle e di assumersi la responsabilità del rifiuto stesso.
Le prescrizioni e i trattamenti devono essere ispirati ad aggiornate e sperimentate acquisizioni scientifiche tenuto conto dell’uso appropriato delle risorse, sempre perseguendo il beneficio del paziente secondo criteri di equità.
Il medico è tenuto a una adeguata conoscenza della natura e degli effetti dei farmaci, delle loro indicazioni, controindicazioni, interazioni e delle reazioni individuali prevedibili, nonché delle caratteristiche di impiego dei mezzi diagnostici e terapeutici e deve adeguare, nell’interesse del  paziente, le sue decisioni ai dati scientifici accreditati o alle evidenze metodologicamente fondate.
Sono vietate l’adozione e la diffusione di terapie e di presidi diagnostici non provati scientificamente o non supportati da adeguata sperimentazione e documentazione clinicoscientifica, nonché di terapie segrete.
In nessun caso il medico dovrà accedere a richieste del paziente in contrasto con i principi di scienza e coscienza allo scopo di compiacerlo, sottraendolo alle sperimentate ed efficaci cure disponibili.
La prescrizione di farmaci, sia per indicazioni non previste dalla scheda tecnica sia non ancora autorizzati al commercio, è consentita purché la loro efficacia e tollerabilità sia scientificamente documentata.
In tali casi, acquisito il consenso scritto del paziente debitamente informato, il medico si assume la responsabilità della cura ed è tenuto a monitorarne gli effetti.
È obbligo del medico segnalare tempestivamente alle autorità competenti, le reazioni avverse eventualmente comparse durante un trattamento terapeutico.
 ( tutto il codice http://www.privacy.it/codeome.html)
Sicuro di tirarmi addosso le ire/critiche dei più, mi sento di aggiungere "guai non fosse così".
Le ragioni fondamentalmente ritengo siano 2,
1) se non fosse così ci sarebbe un abuso di farmaci spropositato (antibiotici in testa).
2) la "tua" scielta di usare un medicinale potenzialmente pericoloso, visto le condizioni fisiche, NON deve pesare sulla "coscienza" di un altro.
Ribadisco, io la penso esattamente come te, devi poter continuare a fare quello che desideri con la sicurezza che in caso di estremissimo bisogno nella valigia hai il salvagente...
Non credo che sia necessario che sia io a dirdi come fare ad avere la prescrizione dell'IMIGRAN... ma qualora ti troverai a doverlo usare sii più che estremamente prudentissimo !!

Sii forte e ricorda che il mondo avrà sempre più bisogno di operatori umanitari come te!
Regards
AlbertoC
“La vita di un uomo si riduce sempre agli anni felici, essendo quelli infelici simili in qualche modo alla morte.”  (Goffredo Parise)