Ieri, 14 luglio, evidentemente era una di quelle giornate che le bestie di tutto il mondo fanno un raduno e se la godono a spese nostre...
per la prima volta ho avuto un attacco kip 10 appena arrivata in reparto (il mio lavoro in ospedale). L'attacco era iniziato negli spogliatoi, e voi sapete bene che bastano quei cinque minuti per mandare al creatore qualunque effetto dell'ossigeno. Al mio arrivo c'erano due turni di colleghi a dare il benvenuto alla bestia che simpaticamente ha ben pensato di spaccare tutto come fosse cristallo in miliardi di pezzettini.
Mi hanno accompaganto in una stanza vuota, ossigeno con ventimask a 20 l/m, NIENTE, bruscolini; via con l'imigran, ma anche qui ci vogliono almeno tre minuti per spiegare a un collega dov'è la borsa, dov'è l'imigran, cos'è soprattutto che deve cercare. Poi ghiaccio da tutte le parti, acqua fredda gelida, che ho prontamente vomitato, vomitando anche il pranzo e tutta la resistenza residua che restava. Intanto quella stanza è diventata un lago di lacrime, mie e anche di una collega infermiera, che per quanto si studi qualcosa, alla fine non se l'aspettava.
A venti minuti da lì si è scatenato un bel woofer haevy metal direttamente nell'orecchio sinistro e un caterpillar ha pensato bene di fracassarmi i denti, l'occhio invece era già annegato da tempo.
Così dopo 45 minuti in cui tutto il pianeta è impazzito festeggiando e accalcandosi nel mio soppracciglio tutto si è addormentato e ho scoperto che la mia divisa era irriconoscibile e sulla fronte avevo un nuovo livido, per un frontale che non ricordo di aver fatto con il muro, la collega di prima afferma sia stato autoinflitto e anche se non ricordo va bene lo stesso.
Il tempo di prendere respiro e comprendere che i colleghi erano basiti e ecco arrivare un altro attacco, stavolta con l'ossigeno a due millimetri e il ghiaccio e un altro imigran eventuale tra le mani; svangata in cinque minuti, e poi passa e di nuovo eccone un altro. Una cosa che non mi spiego, EPPERDIO! via col secondo imigran, ossigeno, ghiaccio, ho tolto la divisa, quella stanza un campo di battaglia, aspettava di lì a un'ora due pazienti in arrivo dal pronto soccorso.
E poi la pace.
Relativa per via delle shadow, più che fastidiose logoranti, occhio e naso chiusi e gonfi, testa in tilt, acufeni e la faccia stravolta dalla fatica, il braccio sinistro pieno di tremori per la tensione di quell'ora e mezza. Sono scesa al compromesso di un toradol e l'antistaminico.
Ve lo racconto perchè ieri ho visto con i miei occhi il rispetto del dolore. Nei colleghi in silenzio, che mi hanno aiutato senza sfronzoli, senza pietismi, senza commenti, senza abbracci forzati, senza paure. La collega in turno con me più tardi verso sera mi ha detto che non credeva, non pensava, che d'ora in poi non sottovaluterà più chi lamenta un dolore che lei non ha visto.
Poi ho lavorato, a dire il vero perfino bene, fino all'una di stanotte più niente, ma a casa è diverso, ci sono tempi studiati e consolidati che fuzionano.
E ancora adesso Oblitas, ti ripeto che io ti sto abbracciando, forse a volte lo fanno anche gli altri, quelli che non sanno niente e poi di colpo vedono cose che voi umani non riuscireste neanche a immaginare, ma io di certo ti sto abbracciando, e voi abbracciate me, ci penso sempre, ogni volta, ogni giorno.
Tieni duro. Ieri io ho vinto tre volte, poi altre due stanotte, e di nuovo ho vinto stamattina. Da oggi prenderò per quanlche giorno il cortisone, a scalare, come spiega bene casper, per darmi quel tanto di tregua che ci serve per essere incazzati al punto giusto quando la bestia arriva. per vincere ancora.
COME SEMPRE.
miao