Autore Topic: Un piccolo "Bignami"  (Letto 43015 volte)

Offline AlbertoC

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Un piccolo "Bignami"
« il: Novembre 21, 2015, 11:32:25 Sab »
Un piccolo Bignami. Cos'ho? Cosa posso fare?

In questi giorni, mi sono spesso soffermato a cercare di ricordare cosa cercavo le prime volte che leggevo su questo forum. Cercavo dei rimedi a sto maledetto dolore che con una puntualità che ha del “magico” (almeno par me), arriva verso la fine di Ottobre. Ma non solo, cercavo anche un “qualcuno” o un “qualcosa” su cui / con cui sfogarmi. In questo Forum ho trovato ciò che cercavo.
Citazione
“..Se siete arrivati qui, purtroppo, significa che soffrite di CH, oppure siete amici o parenti di chi ne soffre..”
Questo c'è scritto nella home dell' OUCH. Quello che vorrei fare, caro Amico, cara Amica, è quello di provare a darti qualche dritta, che ti possa essere d'aiuto.... in poco tempo. Premetto che non sono un medico, anzi! Quindi se troverai delle imprecisioni... te ne chiedo scusa! Anzi fammele notare! Però, per poterti dare una spiegazione il più possibile lineare, penso che sia bene ribadire alcuni concetti di fisiologia /fisionomia base, necessari per creare il filo logico della discussione. Per molti potranno essere cose scontate, ma per molti altri invece potrebbe essere un ”mondo nuovo”.

Spero quindi che quanto segue ti sia d'aiuto e spero anche che Tu voglia condividere la tua esperienza, qui sul forum !



CAUSA DEL DOLORE

Il primo concetto è quello di avere un idea di cosa sia la CH e di cosa provoca il dolore in questa patologia. Sembrerebbe che non esista una versione certa e/o condivisa da tutti, una di queste, comunque, è stata per molto tempo la tesi più avvalorata. E' riportata in modo molto chiaro, anche su Wikipedia, ecco la prima parte:
Citazione
La cefalea a grappolo (in inglese cluster headache) è una cefalea primaria neurovascolare estremamente dolorosa. Ha carattere periodico, con fasi attive alternate a fasi di remissione spontanea. Tali fasi attive vengono chiamate "grappoli" (o "cluster"). L'intenso dolore è causato dall'eccessiva dilatazione dei vasi cranici che generano pressione sulle terminazioni sensitive del nervo trigemino. Benché vi siano numerose ipotesi, l'eziologia è tuttora ignota.

Fig1
Da qui si può ben capire come, nella nostra testa, vasi sanguigni e nervi siano profondamente intrecciati tra loro. Difficile da dire “DOVE” sia di preciso la venuzza che si allarga. Se dovessimo dargli una posizione in base a dove sentiamo il dolore, con ogni probabilità diremmo che è nell'occhio o nella tempia, sul confine tra le regioni mascellare e mandibolare.  Trattandosi di nervi però, potrebbe anche essere leggermente spostata da dove sentiamo il dolore. E' come accendere la luce, schiacci l'interruttore qui ma l'effetto lo vedi nel lampadario.
La CH è una patologia strettamente monolaterale, ci sono comunque molte persone che hanno grappoli a volte a destra a volte a sinistra ma praticamente mai contemporaneamente (si contano sulle dita di una mano i casi di attacchi contemporanei a Sx e Dx). Il nervo Trigemino prende il nome dal fatto che, partendo da un punto ben preciso, chiamato ganglio semilunare, si divide in tre rami che vanno a coprire le esigenze sensoriali di un intero emisfero della testa.
Avete letto bene “emisfero”! Dei trigemini, infatti, ne abbiamo due, uno copre l'emisfero sinistro e l'altro l'emisfero destro, da qui si può facilmente capire perché il dolore nella CH sia solo su un lato. Le tre diramazioni di questo nervo invece, prendono il nome dalle zone specifiche che vanno a coprire. Zona Oftalmica, Mandibolare,Mascellare.



LE PRINCIPALI TERAPIE DELL'ATTACCO

Bene.
Ora che sai cos'è la CH e cosa causa il dolore, è intuitivo pensare che per ridurre il dolore è necessario diminuire la pressione che la “vanuzza pazza” esercita sul trigemino. I modi per farlo sono fondamentalmente 2:

1- “ridurre il diametro” delle vene,

2- fare in modo che alla testa arrivi meno sangue.

Per quanto possa sembrare “scherzosa” la prima soluzione, è una delle cose che fanno le due principali terapie dell'attacco, Imigran, Ossigeno.  Riducono le dimensioni dei vasi sanguigni attraverso la vasocostrizione. Ovviamente lo fanno agendo su meccanismi diversi, ma alla fine, tra i vari effetti, c'è anche quello.
Per chi volesse approfondire:
Imigran--> ….triptano/agonista dei recettori 5-HTi....

Ossigeno: Si trova un sacco di documentazione inerente l'O2. Quale sia di preciso il meccanismo fisiopatologico con il quale l' ossigeno produce la vasicostrizione, non è ancora ben chiaro, ci sono diverse versioni. Per come l'ho capita io comunque, sembra che l'effetto vasocostrittore sia dovuto più ad una variazione del rapporto  CO2 / O2, che non all' O2 in sé! Ci sono dei “sensori” che leggono questo rapporto, da qui il Cervello stesso, decide se ha bisogno di altro ossigeno o no. (...Comunque alla fine respirare ossigeno provoca una vasocostrizione).

Vediamo un po' più nello specifico come si applicano queste due terapie.



IMIGRAN
IMIGRAN Sotto Cute:
Il medicinale viene fornito direttamente in un pratico penkit all' interno di un'astuccio. E' sufficiente caricare la fiala da 6ml e iniettare dove preferisci; coscia, spalla, pancia... somma dove c'è un po' di ciccia! Non nel gomito o sulle nocche! Imigran esiste anche in formato spry nasale e in compresse, queste due versioni però hanno un tempo d'azione troppo lungo, non sono quindi indicati nel trattamento degli attacchi di CH.

L' ImigranSC è un farmaco molto potente, in pochi minuti il dolore sparisce. Però è anche un farmaco che può avere degli effetti secondari abbastanza marcati; senso di pressione al collo, oppressione toracica, affaticamento respiratorio... 
Molti trovano giovamento nel dimezzare o dividere in tre, la dose. L'effetto della scomparsa del dolore rimane ma gli effetti collaterali sono molto minori, inoltre, nell'arco della giornata, si possono fare 4 o 6 iniezioni, invece delle 2 MAX che si possono fare con la dose intera. Per dividere le fiale c'è un filmato dimostrativo: COME DIVIDERE L'IMIGRAN A META'

Personalmente ho fatto la scelta di non usarlo e il motivo è presto detto.
Non tutti, ma in molti, riferiscono che questo farmaco provoca un aumento del numero di attacchi giornalieri e anche un aumento dell'intensità degli attacchi stessi. Sembra inoltre che come i farmaci di profilassi, Imigran, oltre a rendere molto meno efficace l'ossigeno, contribuisca a cronicizzare la CH. (CEFALEA DA ABUSO DI FARMACI TRA I PAZIENTI AFFETTI DA CEFALEA A GRAPPOLO)

Non vorrei che tu pensassi che l' Imigran non si deve usare!
In molti lo usano e non hanno riscontrato nessuna variazione di durata del grappolo né un aumento del numero di attacchi giornalieri. Questo è dovuto al fatto che siamo tutti differenti ed abbiamo diverse risposte alla stessa terapia. Detto questo, penso che ognuno di noi, prima di cominciare ad usare Imigran (ma anche i medicinali di profilassi), dovrebbe fermasi un attimo e riflettere sulla possibilità  “di essere uno di quelli”.
Personalmente sono episodico e anche abbastanza fortunato, mi viene una volta l'anno e dura circa tre mesi. NON mi va di sperimentare soluzioni potenzialmente più lunghe o con più di 4 attacchi al giorno (fino ad ora).

Rimane comunque una panacea per mille motivi. Praticità, velocità d'azione, necessità di una tregua in un grappolo particolarmente ostico... anche solo come sicurezza psicologica/interiore.



OSSIGENO
Penso che sia spiegata benissimo da Don in”INFORMAZIONI OSSIGENOTERAPIA PER CEFALEA A GRAPPOLO”.
Tuttavia volevo rimarcare l'importanza di alcuni aspetti di questa terapia:

1)NON HA NESSUN EFFETTO COLLATERALE E NASSUNA CONTROINDICAZIONE (salvo problemi respiratori molto gravi)

2)Spesso, questa terapia,  non viene nemmeno citata dai Neurologi di molti centri cefalea. Non voglio fare una polemica sulla competenza dei dottori, ma se il tuo Neurologo non ti ha mai accennato all' ossigeno allora ricordaglielo TU che è una terapia segnalata sia dall' EFNS / ENS (European Federation of Neurological Societies & European Neurological Society) che dal SISC (Società Italiana per lo Studio delle Cefalee) come terapia di 1a scelta nel trattamento sintomatico di attacchi di cefalea a grappolo.

3)L'ossigeno per essere efficace deve essere preso a 15 Litri al minuto fintanto che il dolore non è scomparso del tutto e deve essere preso con una maschera ad alta concentrazione,con sacchetto di riserva e del tipo NON-Rebreathing, ovvero, non ri-respirate l'aria che avete espirato. (come nell'immagine).
Spesso e volentieri si legge di indicazioni diverse tipo 7L/min per 10 minuti... 10L/min per 15 minuti....
No! 15 L/min fintanto che c'è dolore! Anche 30 minuti se necessario. Indicazioni diverse da queste possono rendere inefficace la terapia.

4)Il dolore è dolore e stare fermi spesso in una posizione precisa "non è possibile"! Si perché anche la posizione con cui si respira ossigeno può aiutare ad abortire l'attacco! Vi riporto un concentrato di alcuni post di DOC:

Citazione da: DOC
….
A proposito quanti di voi sanno come si usa correttamente l'ossigeno? spesso non funziona perché non viene assunto nel modo giusto.
….
Non vi scandalizzate se ho chiesto in che modo prendete l'ossigeno. So bene che siete degli esperti. L'ossigeno a parte la dose che conoscete bene in L/min, deve essere assunto con il viso parallelo al pavimento e possibilmente iperventilando qualche minuto prima di cominciare lo stesso.
….
Il motivo della posizione sta nel  fatto che in questo modo viene meglio drenato il sangue refluo dal seno cavernoso in particolare. La difficoltà  sta nel fatto che a volte i pazienti non riescono  stare fermi come ben sapete. Però un corretto utilizzo può incrementare anche del 30% l'efficacia.
….

Fig2
Per avere l'ossigeno, a livello burocratico, potresti avere delle noie. Questo nasce dal fatto che l'ossigeno, pur essendo riconosciuta la sua efficacia dalla comunità scientifica, non è ancora stato inserito, tra le terapie consigliate per la nostra patologia, nelle liste dell' AIFA (o del Ministero..).

http://www.grappolaiuto.it/forum/index.php?topic=10331.msg112458#msg112458

DOVE TROVARE LA MASCHERINA GIUSTA

Trovare la mescherina disponibile in farmacia, è un'impresa veramente ardua.

Fortunatamente ora la si può acquistare facilmente online:
https://www.doctorpoint.it/p2250-maschera-ossigenoterapia-adulti-con-reservoire?gclid=EAIaIQobChMI4PqBrJn42wIVVZ0bCh0NTQwuEAkYAyABEgIZ2fD_BwE



Oppure:

EBAY

AMAZON

Se non la trovi fai una richiesta a Luca68 tramite apposito thread  qui sul forum e ti verrà spedita.
OUCH Italia


Fin qui ti ho spiegato a grandi linee le terapie standard che vengono usate per “rimpicciolire le vanuzza pazza”. C'è però un altra cosa che provoca la vasocostrizione, il FREDDO.




LA TERMOREGOLAZIONE NEL CORPO UMANO
Nel suo insieme, il corpo umano, si è evoluto per poter “funzionare” in un'ampio range di temperatura. Ciò nonostante per funzionare correttamente, gli organi interni devono essere mantenuti ad una temperatura costante di 37 gradi.

Fig3
Per fare questo, il nostro corpo, usa il sistema circolatorio per trasportare il calore verso l'esterno, ed essere quindi dissipato. In particolare, in condizioni di caldo, il sangue si avvicina molto alla superficie cutanea, per aumentare la quantità di calore dissipato, mentre in presenza del freddo, il sangue viene trattenuto più in profondità, in modo tale che ci sia meno dispersione. Questo giochetto, il nostro corpo lo fa proprio attraverso la vasocostrizione. Nella figura sotto notate come i capillari esterni e la circolazione, cambiano a seconda che ci si trovi in condizioni di caldo o di freddo.

Fig4
La termoregolazione è sotto il controllo di centri termoregolatori situati nell'Ipotalamo. I centri termoregolatori ricevono segnali dai recettori per il calore sia centrali sia situati in periferia e vengono chiamati:
Termorecettori Profondi - situati per lo più nelle grandi arterie e nell'ipotalamo stesso, hanno principalmente il compito di “leggere” la temperatura del sangue circolante.
Termorecettori Periferici – rilevano le temperature dei vari organi e la temperatura esterna.
La termoregolazione è estremamente efficace tant'è che portando la temperatura (del core) agli estremi si possono avere delle situazioni anche di pericolo! A noi comunque interessa il freddo, quindi ecco cosa succede al corpo man mano che la temperatura scende.

Fig5
Il principio su cui si basa la TERAPIA DEL FREDDO, è proprio quello dell' ipotermia.
L'ipotermia è una riduzione della temperatura corporea al di sotto dei 35°C. Si verifica quando nell'organismo la perdita di calore è superiore alla produzione dello stesso (eccessiva dissipazione). Si presenta con brividi intensi e alterazioni dello stato di coscienza (sonnolenza, stato confusionale, irritabilità). La frequenza respiratoria e il battito cardiaco rallentano. L'ipotermia, in realtà, influisce su tutte le funzioni fisiologiche, compresi la conduzione nervosa, il tempo di reazione neuromuscolare e l'attività metabolica.
Nota come pochi decimi di grado sotto i 36 (quindi già 1 grado sotto i 37 tipici) cominciano a manifestarsi effetti come confusione mentale, disorientamento, andatura incerta,... questi sintomi sono dovuti al fatto che, a causa del freddo, il flusso di sangue verso il cervello è stato ridotto! Ovviamente prima è stato ridotto il flusso verso gambe, braccia... ma arriva anche il momento del cervello. Quindi, nella Terapia del Freddo, si cerca di ridurre la temperatura del core (o Nucleo centrale) per avere un richiamo di sangue dalla testa e ,di conseguenza ridurre la pressione della vena sul trigemino. Mi sembra superfluo dirti che, probabilmente, è meglio che ti fermi prima dell' arresto cardiaco!
Per produrre una diminuzione della temperatura del nucleo si può procedere in due modi

1)Raffreddando tutto il corpo, entrando in una vasca con dell'acqua fredda e facendo attenzione a non bagnare la testa;

2)Raffreddando una o più parti (tutte è meglio), usando borsine di ghiaccio, ghiaccio istantaneo... chi più ne ha più ne metta! Io ho uso un panetto gel Nexcare™ ColdHot™ Comfort in tutte le farmacie a 12..13 € (che sia pubblicità occulta!? )
Tra le parti più sensibili alla temperatura, ci sono:
-collo
-ascelle
-inguine
-cosce
-reni
-cubetti di ghiaccio in bocca e sorseggiare acqua fredda

Se guardi come sono distribuiti i vasi sanguigni, noterai subito che queste sono le zone in cui ci sono delle grandi arterie in prossimità della superficie. Se poi fai il paragone con le zone più calde del corpo noterai che bene o male sono sempre quelle le zone in cui, a riposo, hai la maggior dispersione di calore.

Fig6
Per uscire da uno stato di ipotermia lieve, ovvero con temperatura corporea maggiore di 33°C,  è sufficiente un ambiente caldo e coperte isolanti; nel caso in cui invece, lo stato di ipotermia sia più profondo, si deve ricorrere ad un riscaldamento attivo esterno ed anche interno (bevande calde).

Una cosa che vorrei sottolineare, è la differenza tra la TERAPIA DEL FREDDO e la CRIOTERAPIA che, anche se sono molto simili, si basa su un' altro principio.


VASOCOSTRIZIONE LOCALIZZATA e GHIACCIO COME AUSILIO ALLE ALTRE TERAPIE

Avrai sicuramente notato che si specifica sempre di NON METTERE il ghiaccio sulle parti dolenti o sulla testa. Il motivo, una volta che lo sai, è abbastanza semplice.
Abbiamo visto come il freddo sia in grado di richiamare il sangue dalla testa e abbiamo visto come, sempre il freddo, provoca la vasocostrizione. Quando sei accaldato, prova a mettere un cubetto di ghiaccio su una mano. Dopo poco noterai che il colore della pelle da “rosseggiante” tende a “sbiancare”. Ma solo in quel punto. Questo è dovuto alle contrarie azioni dei sistemi Orto/para -simpatici, uno tende a vasocostringere, l'altro a vasodilatare.
Detta in parole povere, se anche la temperatura è alta e deve essere dissipata, il freddo provoca comunque una vasocostrizione. In questo caso però è LOCALIZZATA alla sola parte raffreddata. In un certo senso possiamo dire che il sangue “sembra allontanarsi dal freddo”.

Fig7
Mettendo del ghiaccio sulla mano semplicemente il sangue ha preso un'altra strada, perché il freddo non è sufficiente per “dire” all' ipotalamo che la temperatura è bassa,quindi non è stato ridotto il flusso a tutto il braccio. Anche mettendo il ghiaccio solo in bocca, l' ipotalamo non viene chiamato ad intervenire, ma l'espandersi della zona di vasocostrizione indotta dal freddo, pian piano arriva al punto in cui la vena preme sul nervo, riducendo la pressione e quindi il dolore.

Fig8
Se invece il ghiaccio lo metti sulla testa peggiori la cosa perché, come hai visto prima, il sangue andrà ad aumentare la pressione sul nervo e, se dalle immagini che ho messo non si nota, il trigemino è più vicino al palato che non al cuoio capelluto. 
Un'altra cosa che avrai sicuramente notato è che viene sempre raccomandato di mettere il ghiaccio DALLA PARTE DOLENTE anche sul collo. Come i nervi trigemini, che sono due, anche le carotidi e giogulari sono due.

Una coppia nella parte destra del collo, l'altra nella parte sinistra. Anche in questo caso mettendo il ghiaccio sul collo dalla parte dolente, si provoca una vasocostrizione della due “tubazione”principale,  che porta il sangue in quel lato della testa. Quindi, di nuovo, una riduzione della pressione sul nervo. 

Fig9
Usare il ghiaccio a cubetti in bocca e il panetto gel sul collo, è stata la prima cosa che ho appreso su questo forum e che ho cominciato a fare. In generale non mi faceva passare l'attacco, se non i più leggeri, ma sentivo che riuscivo a sopportarli meglio. L' anno successivo (2014) ho cominciato con l'ossigeno e devo dire che con me funziona alla grande, usato poi in combinazione con quest'ultima tecnica, è veramente una bomba! Un attacco senza prendere nulla mi durava in media 45..60 minuti, con l'ossigeno e il ghiaccio dai 15 ai 30 minuti, dipende da “quanto” alla svelta riesco a partire.


Aspetti psicologici del dolore
Potrei sbizzarrirmi nel cercare di dire in modo diverso ciò che Sten ha già detto tempo fa:
Citazione da: Sten
:
- Raccolta di Testimonianze

Le storie di umana sofferenza e di coraggio qui raccolte rappresentano un "patrimonio inestimabile" per chiunque le sappia leggere

- Gruppo di Auto-Aiuto

Queste pagine rappresentano di per sè un vero e proprio "momento terapeutico" che va ben al di là del solo reperimento di informazioni medico-scientifiche e/o di indicazioni sui Centri dove trovare supporto sanitario...

Il Sofferente di Cefalea a Grappolo si scontra di sovente con l'incomprensione di chi lo circonda (spesso anche gli affetti più cari NON hanno gli strumenti per capire realmente il "calvario" che dobbiamo sopportare) che lo porta ad un "isolamento nel dolore" che NON può che aggravare lo stato generale di sofferenza.

Questa porta nel tempo a quelle che abbiamo definito la "Sindrome del Marziano" (ovvero: mi sento diverso, alieno, talvolta perfino "maledetto") e del "Perchè proprio a me?" (ovvero: "cosa ho fatto di male per meritarmi una simile punizione?").

A tale proposito sottolineo che, che ci piaccia a no, gli "aspetti psicologici" influenzano sia la "percezione" del Dolore che la "Soglia del Dolore" stessa.

Fra gli aspetti "peggiorativi" troviamo:

- Ansia / Spossatezza / Terrore / Isolamento / Sofferenza / Paure / Insonnia / Rabbia / Depressione / Dolore (già, questo genera un "loop negativo", un "circolo vizioso" che si autoalimenta...)

Fra gli aspetti "migliorativi":

Sonno / Riposo / Distrazioni / Empatia / Solidarietà

Per le ultime 3, su GRAPPOLAIUTO siamo dei veri Campioni !!!

Per vostri approfondimenti vi rimando alla bellissima presentazione "IL DOLORE CRONICO IN AREA MEDICA" del Dr. Giovanni Biasi che alla Slide 28 parla proprio di questo.

(scaricare http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=dolore%20cronico&source=web&cd=12&sqi=2&ved=0CH0QFjAL&url=http%3A%2F%2Fwww.ao-siena.toscana.it%2Fospedale_senza_dolore%2FFORMAZIONE%2520AREA%2520MEDICA%2FBiasi.ppt&ei=BeQPT6nNEafg4QS57rzsAw&usg=AFQjCNFrmHp2QijuQq1shT8e-wSAW_F61A&sig2=7QLizW_wa1dgOHQTJQ7c1w)

Fra queste pagine si ha la possibilità di confrontarsi con chi ci capisce "per esperienza diretta" e, ben lontani da logiche "compassionevoli" (sicuramente dettate dall'amore MA altrettanto inefficaci), ci si confronta e ci si conforta "fra uguali", nel circolo virtuoso "mi-dai-coraggio-ti-do-coraggio" che rappresenta il primo passo fondamentale per poter "guardare la Bestia negli occhi".

Naturalmente questo aiuta anche i nostri "Supporter" che nel confronto con altri Supporter imparano a capirci sempre meglio, ad aiutarci quando possono e ad affrontare il "senso di impotenza" che spesso assale chi ci ama e NON riesce (NON può) aiutarci.
( Nuovo Link alla presentazione "IL DOLORE CRONICO IN AREA MEDICA" del Dr. Giovanni Biasi, perché il vecchio non funziona più)

Certo che chiamarlo Bignami con il senno di poi...
potrei finire la frase aggiungendo:
1) “Uvviaaaa! Un'è manco un rotolo!”
2) “ma anche 100 messaggi non basterebbero a dare una spiegazione all' inferno che proviamo”
Pur essendo vera la seconda, preferisco la prima!

Per questo sono dell' idea che, per quanto possa essere difficile, devi cercare di essere positivo/a !

Regards
AlbertoC
« Ultima modifica: Gennaio 25, 2020, 07:49:49 Sab da AlbertoC »
“La vita di un uomo si riduce sempre agli anni felici, essendo quelli infelici simili in qualche modo alla morte.”  (Goffredo Parise)

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Re:Un piccolo "Bignami"
« Risposta #1 il: Novembre 21, 2015, 11:33:14 Sab »
Finalmente l'ossigeno è stato inserito dall'AIFA nella lista dei medicinali da usarsi nella Cefalea a Grappolo.
Se il vostro medico ha delle perplessità oppure vi dice che "non ve lo può prescrivere"  presentategli la pagina della gazzetta ufficiale...
È stata pubblicata in gazzetta ufficiale la determinazione AIFA che inserisce l'ossigeno nelle liste dei medicinali per uso consolidato nel trattamento della cefalea acuta a grappolo ai sensi della legge 648/96 (prot 115380/15 del 14/11/2015).

http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2016/01/16/16A00243/sg;jsessionid=HpEBiwntLB5OJsoFYvo3Xw__.ntc-as5-guri2b

Se invece il vostro Neurologo vi dice di non credere o di non conoscere l'ossigenoterapia o comunque ha delle perplessità di qualsivoglia natura, fategli vedere questo documento del SISC:
http://www.sisc.it/upload/Cefalea%20a%20grappolo%20ed%20ossigenoterapia-1449227322455-9671.pdf
« Ultima modifica: Gennaio 26, 2017, 12:52:57 Gio da AlbertoC »
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Re:Un piccolo "Bignami"
« Risposta #2 il: Novembre 21, 2015, 11:34:03 Sab »
Finalmente sta cambiando qualcosa anche con i triptani.
Un'altra casa farmaceutica è stata autorizzata da AIFA ad immettere in commercio SUMATRIPTAN iniettabile oltre la Glaxo.
Ecco il comunicato pubblicato in gazzetta ufficiale:
http://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario;jsessionid=CMYkOcd-61b-h-GzKs61iQ__.ntc-as1-guri2b?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2015-10-27&atto.codiceRedazionale=T15ADD13605%20%20%20%20

Ora speriamo venga commercializzato.


Eh sì! Il 2016 è proprio stato un grande anno per la cefalea a grappolo.
Prima il riconoscimento dell'ossigeno per il trattamento degli attacchi, poi la fine del brevetto dell'Imigran ha fatto sì che altri produttori potessero commercializzare il loro prodotto. Questo ha portato ad un più facile reperimento (non senza qualche problemuccio iniziale)




Il Penkit del nuovo fornitore NON è uguale a quello dell'Imigran.
Quindi anche per dividere le fiale si deve procedere in modo diverso.
Ecco come i primi (e ad oggi non conosco modo migliore) che lo hanno usato come fanno:

 
Citazione da: rellix sul gruppo FB
La cattiva notizia è che la penna preriempita non si può smezzare come la fiala di Imigran (vale a dire non si può lasciare all'interno della penna stessa una mezza dose iniettabile). L'ho smontata completamente per capirne il funzionamento e vi assicuro che ha più ingranaggi di un missile nucleare! Quindi non potendo assolutamente permettermi di farmi la dose intera (mai e poi mai!) ho inventato un metodo. Svuoto completamente il contenuto all'interno di un tappo di provetta (quindi sterilizzato) e aspiro il contenuto direttamente in 2 siringhe. Ne avanza un gocciolino. Praticamente da 3 penne ottengo 7 iniezioni da 2 ml.

Citazione da: Luca68 sul gruppo FB
..un'altro grappolato spara direttamente il liquido in una siringa da tubercolina e con quella poi ne fa altre due.
Mi sembra un metodo un po' più sicuro....almeno per i tempi in cui il farmaco viene a contatto con l'aria.
Almeno è quello che sembra a me, ma faccio poco testo non essendo un utilizzatore.
« Ultima modifica: Febbraio 13, 2017, 07:25:29 Lun da AlbertoC »
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Re:Un piccolo "Bignami"
« Risposta #4 il: Novembre 21, 2015, 11:35:26 Sab »
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« Ultima modifica: Luglio 16, 2019, 20:05:51 Mar da AlbertoC »
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« Risposta #5 il: Novembre 21, 2015, 11:36:07 Sab »
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« Ultima modifica: Luglio 16, 2019, 20:05:29 Mar da AlbertoC »
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Re:Un piccolo "Bignami"
« Risposta #6 il: Novembre 21, 2015, 11:36:54 Sab »
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« Ultima modifica: Gennaio 25, 2017, 07:48:45 Mer da AlbertoC »
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Re:Un piccolo "Bignami"
« Risposta #7 il: Novembre 21, 2015, 11:37:39 Sab »
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« Ultima modifica: Gennaio 25, 2017, 07:49:09 Mer da AlbertoC »
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Offline Luca 73

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Re:Un piccolo "Bignami"
« Risposta #8 il: Novembre 21, 2015, 13:05:00 Sab »
Grazie Alberto
Mi sono permesso di bloccare il post lasciandolo in evidenza
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Re:Un piccolo "Bignami"
« Risposta #9 il: Novembre 21, 2015, 13:13:51 Sab »
Grazie mille Alberto, ma questo non è un bignami, è un'enciclopedia!!!  :D
State buoni... se potete!!!

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Re:Un piccolo "Bignami"
« Risposta #10 il: Novembre 21, 2015, 16:57:42 Sab »
.......grazie Alberto !!!!!

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Re:Un piccolo "Bignami"
« Risposta #11 il: Novembre 21, 2015, 18:16:22 Sab »
Bel lavoro, grazie Alberto.  ;)
Luca Marchisio
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Re:Un piccolo "Bignami"
« Risposta #12 il: Novembre 22, 2015, 11:39:58 Dom »
ben fatto, grazieAlberto

casper ;)

Offline AlbertoC

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Re:Un piccolo "Bignami"
« Risposta #13 il: Novembre 23, 2015, 07:03:21 Lun »
 :o ... :) ... :D ... ( 8) )
Eeh...mmm...eeh..
Prego ! Prego! Prego! Prego! Prego!

Regards
AlbertoC
“La vita di un uomo si riduce sempre agli anni felici, essendo quelli infelici simili in qualche modo alla morte.”  (Goffredo Parise)

Offline Sten

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Re:Un piccolo "Bignami"
« Risposta #14 il: Dicembre 07, 2015, 11:16:03 Lun »
Alberto,

complimenti, davvero ben fatto!!!

 ;) ;) ;)
Stefano Capurro
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