Autore Topic: 24esimo Congresso nazionale Sisc  (Letto 1628 volte)

Offline cometa

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24esimo Congresso nazionale Sisc
« il: Ottobre 04, 2010, 18:11:43 Lun »
CASERTA - Mal di testa e obesità legate a doppio filo. Se da un lato l'emicrania può 'appesantire' chi ne soffre, anche a causa dei farmaci utilizzati, dall'altro gli stessi chili di troppo aumentano la gravità e la durata degli attacchi di emicrania, favorendo l'evoluzione del disturbo in un problema cronico. A spiegare il circolo vizioso è Lorenzo Pinessi, past president della Società italiana per lo studio delle cefalee (Sisc), che ha presentato il 24esimo Congresso nazionale Sisc, in programma a Caserta dal 30 settembre al 3 ottobre. L'emicrania è la forma più frequente di cefalea primaria, ricorda l'esperto, direttore della Clinica neurologia II e del Centro cefalee dell'università di Torino-ospedale Le Molinette. In Italia colpisce 8-9 milioni di persone e si stima che il 20-30% del totale, quindi 3-5 milioni di emicranici, siano anche obesi o sovrappeso. Una quota di malati 'XL' che comprende anche chi ingrassa a causa dei farmaci usati in profilassi: beta-bloccanti come il propranololo e calcioantagonisti come la flunarizina, che possono 'regalare' a chi li assume fino a 6 chili in più.
Ma anche troppo amore dà alla testa, soprattutto quando la passione è clandestina e il rapporto è trasgressivo. Anche il sesso infatti può scatenare l'emicrania e a rischiare di più non è la donna, vittima preferita del mal di testa (4-5 volte più colpita del maschio), bensì l'uomo specialmente se la relazione è extra-coppia. Perchè fra ansia da prestazione e paura di essere scoperto, la pressione può giocare brutti scherzi e 'tradire il traditore' con un attacco di cefalea improvvisa. A questo riguardo gli esperti suggeriscono qualche regola contro il 'mal di testa dell'amante'. Per non ritrovarsi costretti a battere in ritirata sul più bello, occhio a posizioni, cibo e farmaci. La cosiddetta "cefalea primaria da attività sessuale", come la chiamano i medici, "riguarda prevalentemente il sesso maschile perchè generalmente ha un ruolo più attivo durante il rapporto", sottolinea Lorenzo Pinessi. "L'intensità di questa forma di emicrania - aggiunge - è proporzionale all'eccitazione. Molto probabilmente, infatti, è sostenuta dalle variazioni pressorie correlate" proprio al livello di 'pathos' "e viene ulteriormente classificata in preorgasmica e orgasmica, a seconda del momento di comparsa". Come riconoscerla? "Gli aspetti che la caratterizzano sono l'imprevedibilità della durata degli attacchi (da un minuto a 3 ore) e del decorso". Il dolore può infatti "presentarsi una volta sola come pure ripetutamente o a intervalli irregolari, e senza alcun legame con altri fattori estranei al rapporto sessuale", assicura Pinessi. Che avverte: "Alcune posizioni durante il rapporto sessuale, come per esempio stare in piedi, predispongono a questo tipo di cefalea".
Altro  alleato dell'emicrania è l'olfatto. Dal fumo di sigari e sigarette agli effluvi di benzina, vernici e solventi. Dagli aromi di cucina a detersivi e disinfettanti, fino alle essenze femminili particolarmente dolci. Anche il 'profumo di donna' può scatenare il mal di testa, ricordano gli esperti della Sisc. Il fenomeno si chiama osmofobia ed è un sintomo tipico dell'emicrania, utile nella diagnosi. Tanto che il naso dei malati è fra i nuovi 'osservati speciali' della ricerca di settore. "L'emicrania è una malattia caratterizzata da un ridotto filtro degli stimoli ambientali - ricorda Lorenzo Pinessi - Si spiega così perchè, durante l'attacco, fattori esterni quali per esempio luce, suoni, rumori e percezioni tattili possono rivelarsi particolarmente fastidiosi. Tra questi è recentemente emersa l'osmofobia, cioè la repulsione per gli odori, che può essere considerata causa di insorgenza e sintomo altamente specifico dell'emicrania. Tanto che la sua presenza consente di escludere nel 43% degli emicranici la cefalea di tipo tensivo", precisa l'esperto. "Nell'immediato futuro - aggiunge - la ricerca, forte dell'introduzione di tecniche neurofisiologiche d'avanguardia, si orienterà verso lo studio della percezione olfattiva durante l'attacco emicranico in presenza o in assenza di osmofobia, per capire quali centri nervosi vengono attivati con la stimolazione di particolari sostanze e odori".
Ma la cefalea non riguarda soltanto gli adulti; anche i bimbi infatti possono essere stressati come i grandi e malati come loro. Sempre più multitasking, divisi fra le ore passate sui banchi e le attività extrascolastiche, ai piccoli scoppia la testa: dagli anni '80 i casi pediatrici di cefalea sono aumentati di oltre il 60%. Parola del neuropsichiatra dell'infanzia e dell'adolescenza Vincenzo Guidetti, presidente della Sisc il quale ricorda che "il mal di testa è il disturbo più frequente tra i giovanissimi". Lo sperimenta il 30% circa dei bambini e adolescenti italiani e "nell'80% dei casi le cause scatenanti sono emotive", precisa lo specialista, direttore del Dipartimento di scienze neurologiche e psichiatriche dell'età evolutiva all'università La Sapienza di Roma. "L'introduzione del tempo pieno nella scuola, l'aumento delle madri lavoratrici che trascorrono quindi meno tempo con i propri figli e l'incremento delle separazioni". Sono questi, secondo alcuni studi europei, alcuni degli elementi sociali all'origine del boom di mal di testa fra i bambini. Oltre alla cosiddetta cefalea muscolo-tensiva (mal di testa 'a casco'), i bimbi possono soffrire anche di emicrania, con attacchi fin dall'eta' di 1-2 anni.
La 'scuola' di Torino un paio di anni fa aveva evidenziato come un gene coinvolto nel metabolismo dell'alcol entra in gioco anche nella cefalea a grappolo, una forma molto severa di cefalea primaria. Poi un mese fa era toccato a un gruppo internazionale di ricercatori guidati dal Wellcome Trust Sanger Institute di Cambridge, che hanno pubblicato su 'Nature Genetics' uno studio in cui si individua un fattore di rischio genetico per l'emicrania. "La ricerca - spiega Pinessi - si concentrava su un particolare polimorfismo genetico, presente però solo in alcuni pazienti emicranici. L'associazione risulta più evidente in quelli che soffrono di emicrania con aura". La variante genetica "è localizzata tra due geni responsabili dell'omeostasi del glutammato, amminoacido coinvolto nella patogenesi dell'emicrania. Tanto che si stanno ipotizzando farmaci che regolano il glutammato". Gli stessi autori dello studio (che ha coinvolto pazienti dell'Islanda, Olanda, Germania e Danimarca) hanno dichiarato che i dati del loro lavoro necessitano di ulteriore conferma in altre popolazioni. Il gruppo di ricerca diretto da Pinessi sta validando gli stessi risultati sugli italiani, usando la Dna bank raccolta negli anni nel Centro torinese. Gli scienziati oggi si muovono spesso nel "corollario di forme genetiche molto ristrette" di emicrania, riflette lo scienziato. Dunque "il lavoro da fare è ancora molto. E c'è spazio per molte altre scoperte", assicura. Il team torinese, per esempio, ha da poco consegnato a una rivista i risultati di un altro studio condotto nel Centro cefalee dell'università. "In questo caso sono state individuate, per la prima volta, alterazioni della sostanza grigia in diverse aree cerebrali del circuito del dolore nei pazienti emicranici bambini: età media 12 anni, con esordio della cefalea verso gli 8 anni. Le alterazioni, piccolissime, sono state 'stanate' con una tecnica ultra sofisticata (voxel based morphometry)", riassume Pinessi. Questo e altri temi saranno al centro del 24esimo Congresso nazionale della Sisc.